Da qualche giorno molti si interrogano sulla recente decisione della Lega di accettare una lista unica 3/2 con l’UDC per l’elezione 2019 al Consiglio di Stato. La polemica imperversa sui “social”.
Ora, tutto è possibile, ma a simili interpretazioni abbastanza interessate (che hanno lo scopo di mettere in vergogna il nemico politico) io vorrei sostituire i conti della serva (con tutto il rispetto dovuto alla fantesca).
Sul web potete trovare i numeri del 2015 (percentuali relative ai “voti di lista” – come risultano dalle schede di partito e dalle variazioni dovute al “panachage” e alla scheda senza intestazione – decisive per l’assegnazione dei seggi.
Visto che il 2019 è nella mente di Zeus… riguardiamoci queste cifre assodate.
Lega 27,66 % PLR 26,25 %. Solo un piccolo 1,41 % di differenza, il partito di Cattaneo era andato bene, con Vitta eletto e Bertini secondo con grande vantaggio sugli altri.
UDC 4,51 dunque Lega e UDC 32,17. Nel 2015 ovviamente questa somma non si faceva.
PPD 17,54 e PS 14,81.
Quattro anni or sono PPD e PS salvavano il seggio mantenendosi almeno al 13,125, cioè la metà dei voti di lista del secondo (PLR).
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Per concludere torniamo all’ 1,41 % da cui eravamo partiti. Un margine dannatamente esiguo. Si possono sempre verificare imprevisti, incidenti, gelosie, colpi di mano, tradimenti.
Veramente bisogna pensare al Balivo che spedisce verso sud il suo araldo e piega il collo alla Lega? Io dico che i conti della serva possono ampiamente bastare.
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Ogni scheda intestata vale 10 “punti” (5 + 5)
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