Condannato all’ergastolo in contumacia per la partecipazione a quattro omicidi, partecipante attivo negli anni di piombo: assassino del maresciallo Antonio Santoro a Udine, coinvolto nella rapina sfociata nell’assassinio del gioiellerie Pierluigi Torregiani e della paralisi del figlio Alberto (il quale, rimasto paralizzato, da anni si batte per l’estradizione dell’assassino), complice dell’assassinio del negoziante mestrino Lino Sabbadin, assassino del poliziotto della Digos Andrea Campagna.
Protetto da Mitterand, è arrestato a Parigi nel 2004, fugge in Brasile, dove nel 2009, il ministro Tarso Genro gli concede l’asilo politico. Il presidente di estrema sinistra, Lula, ferma l’estradizione. Alla fine del 2018, l’Italia rinnova la richiesta di estradizione, e questa volta è il novo presidente verdeoro, Bolsonaro, a concedergliela.
Battisti è in fuga, ha fatto perdere le sue tracce, la polizia brasiliana diffonde un database di possibili travestimenti del terrorista .
Poi il 13 gennaio 2019, la notizia: il criminale è stato preso in Bolivia, ormai da una settimana, si dice, a Santa Cruz, dopo uno straordinario lavoro investigativo del Viminale italiano. Un regalo, è stata chiamata la sua cattura. Da parte del nuovo Brasile alla nuova Italia. E che ora giustizia sia, per le vittime.
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