Nella città di Asti in Piemonte, il dì 17 di gennaio dell’anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti.
Inizia così una delle più belle Autobiografie dell’età moderna, scritta in un lessico lucido e dinamico, ironico e commovente senza eguali: è la Vita di Vittorio Alfieri, nato 270 anni fa nella piemontese e soleggiata Asti.
Considerato il più grande trageda, pietra miliare (e cuore pulsante) della Tragedia classica ed epocale.
Iniziò a scrivere a 26 anni, e per i successivi trent’anni non si fermò più. La tragedia, che fino ad allora era stata solo appannaggio del teatro inglese e francese, divenne con Alfieri il genere del romanticismo europeo, all’insegna, tuttavia d’un classicismo rigoroso e di una perfezione rigorosa. 22 tragedie, un’autobiografia e cinque commedie. Una carriera travolgente, un successo che gli recò invidia (non poca, come ricorderà) sacrifici (molti) e infinita gloria.
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