I diritti popolari stanno a cuore a Giorgio Ghiringhelli ma anche a Ticinolive. Votiamo dunque SÌ il 10 febbraio, a protezione della nostra preziosa democrazia diretta.
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Il prossimo 10 febbraio i cittadini ticinesi saranno chiamati a votare sulla proposta, approvata dal Gran Consiglio qualche settimana fa, di concedere un po’ più di tempo per la raccolta di firme per le iniziative popolari lanciate a livello cantonale (portando il limite da 2 mesi a 100 giorni) e i referendum (portando il limite da 45 a 60 giorni).
Malgrado questa modifica il Ticino , in un confronto con le regole in vigore negli altri Cantoni, non solo rimarrà fra i Cantoni meno “democratici”, ma non migliorerà di una sola posizione la sua pessima classifica, come si può osservare mettendo a confronto le tre tabelle pubblicate sul sito del Guastafeste (http://ilguastafeste.ch/invitoavotaresidirittipopolari.pdf), e che riportano in ordine crescente l’elenco dei Cantoni che per l’esercizio dei diritti popolari richiedono più firme in rapporto al numero di cittadini con diritto di voto.
Da queste tabelle balza subito all’occhio che attualmente il Ticino è fra i Cantoni che chiedono il maggior numero di firme in rapporto al numero dei cittadini e che per giunta concedono il minor tempo per raccogliere queste firme, rimanendo ben al di sotto della media nazionale.
Da allora sono trascorsi undici anni e le difficoltà per chi lancia iniziative e referendum – come il sottoscritto può testimoniare avendo lanciato dal 1999 al 2016 ben 6 iniziative popolari in veste di promotore principale e 2 come copromotore – sono notevolmente aumentate a causa soprattutto dell’introduzione del voto per corrispondenza per tutte le votazioni e tutte le elezioni. Questa novità, per certi versi positiva, ha avuto per effetto negativo quello di ridurre quasi a zero il flusso di cittadini che si reca a votare ai seggi, ove in precedenza era possibile raccogliere moltissime firme in poche ore. Ciò ha contribuito ad aumentare notevolmente i costi a carico di quei cittadini che lanciano iniziative e referendum e che, per riuscire nel loro intento, in mancanza di volontari sono costretti ad assumere raccoglitori di firme a pagamento, senza i quali i ticinesi non avrebbero più molte possibilità di esercitare con successo i diritti popolari , e senza i quali i cittadini avrebbero dunque meno occasioni di votare su temi di portata cantonale.
La piccola agevolazione approvata dal Gran Consiglio e sottoposta in febbraio al voto del Popolo è il classico topolino partorito dalla partitocrazia, e non migliorerà granché le cose, ma è meglio di niente.
Per questo motivo, se vi sta a cuore agevolare un tantino in Ticino quella democrazia diretta che ha fatto della Svizzera uno dei Paesi più invidiati al mondo , dove il Popolo ha quasi sempre l’ultima parola e non ha dunque bisogno di scendere in strada a fare rivoluzioni per cambiare le cose ( come sta accadendo in Francia con i gilets jaunes) allora vi invito a votare SI .
Giorgio Ghiringhelli
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Diritti ambientali, anzitutto. Vediamo come, p.e., e' cambiata la Svizzera negli ultimi decenni. SI desiderava davvero tutta tale distruzione ambientale che c'e' stata?
Queste sono le vere istanze popolari: un vero benessere in un ambiente sano.
Antonio
Con tutto il legno che il Ticino ha a disposizione,p e., le produzioni in laminato di alluminio, di ferro ect. sono state fino ad oggi notevoli e persino, inevitabil-mente, inquinanti del territorio svizzero.Ma questo e' solo uno degli esempi....degli ultimi decenni....
Antonio