Un disastro ambientale ha sconvolto il Brasile venerdì scorso, nello Stato di Minas Gerais. Un bacino artificiale creato per contenere i detriti di una miniera di ferro della proprietà della compagnia Vale ha ceduto rompendo tre dighe e portando a valle una valanga di 12 milioni di metri cubi. I residui mischiati a fango hanno travolto prima gli uffici della ditta e la mensa, a quell’ora gremita di lavoratori, e poi si sono abbattuti sul villaggio vicino distruggendo ogni cosa che si trovava sul loro cammino. Il destino di circa 413 persone tra lavoratori e abitanti della zona è ancora incerto ma sono poche le speranza di ritrovare vivo qualcuno. I morti accertati finora, stando a quanto riferito dai pompieri attivi sul posto,sono attorno ai 40.
Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha preferito non parlare a Davos dell’incidente, nominando solo un generico disastro causato dalla rottura di alcune dighe. Ora è sul posto e ha istituito un gabinetto di crisi per gestire il disastro, coordinare i soccorsi e valutare l’enorme danno ambientale. Intanto circa un miliardo di euro sui conti della società Vale sono stati bloccati in attesa di capire le responsabilità e le cause dell’incidente. La procuratrice generale Dodge ha rassicurato che la giustizia non sarà lenta e che si farà al più presto luce sull’intera vicenda. Intanto le autorità avrebbero emesso una multa di 58 milioni di euro a carico della società. La Vale è la seconda società più grande del Brasile, un gigante mondiale del business minerario le cui azioni rappresentano il 10% di tutta la Borsa di San Paolo.
Purtroppo non è la prima volta che lo Stato di Minas Gerais affronta una simile tragedia. Il 5 novembre 2015 un incidente dello stesso genere era avvenuto a Mariana. Allora aveva causato 19 morti ma il danno ambientale era stato enorme in quanto il volume dei detriti coinvolti era circa 5 volte superiore rispetto a quello attuale. L’ecosistema del fiume Sao Francisco, uno dei corsi d’acqua più importanti del paese, era stato severamente danneggiato causando perdite economiche ingenti.
Dall’incidente del 2015 nulla è cambiato per impedire che disastri analoghi accadessero ancora. Le 400 dighe della zona non sono ancora state messe in sicurezza e secondo le ONG ambientaliste almeno un quarto di queste rappresentano un pericolo per l’ambiente e per le persone che abitano nelle vicinanze.
“Faremo tutto il possibile per assistere le vittime, contenere i danni, accertare i fatti, garantire la giustizia e prevenire nuove tragedie come quelle di Mariana e Brumadinho, per il bene dei brasiliani e dell’ambiente” ha assicurato il presidente Bolsonaro.
In una città come la bella Lugano ci sono luoghi in cui dietro l’angolo, in…
1880. La Francia è devastata dalla Guerra Franco Prussiana, avvenuta un decennio prima, del cui…
Riccardo II d'Inghilterra (1367-1400) fu re dal 1377 al 1399. Il suo regno fu caratterizzato…
"Lo Stato ha diritto di giudicare il valore di una vita umana?" Ci sono vite…
I recenti sviluppi sul caso dell’attentato all’ Ambasciatore d’ Italia in RD Congo Luca Attanasio,…
Sulle rive comasche del Lago di Lugano, nel minuscolo borgo di Oria, esiste un luogo…
This website uses cookies.