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Rimpatriare i connazionali che sono andati a fare la guerra santa?

di Anna Lauwaert

Riceviamo questa lettera motivatamente “anti-buonista” e volentieri la pubblichiamo.

 * * * *

La nostra carità cristiana ci intenerisce per le “donne e bambini”, chi non sbaglia? chi non ha diritto al perdono ed una seconda chance? Si pretendono “innocenti”, anzi vittime col solito “non sapevo…” però, se avessero vinto, avrebbero continuato a sostenere il loro califfato. Il presidente Hollande ripeteva “Siamo in guerra”. Vige la carità cristiana o la legge della guerra e il tribunale militare?

Stranieri in Medio Oriente, se fossero riammessi in Europa, sarebbero sradicati in un ambiente ostile$radicalizzato contro l’islam e i suoi seguaci. I loro figli, con questa educazione, cos’hanno vissuto, visto, fatto? Non sono dei “bambini” ma superstiti di guerra, traumatizzati a vita, re-inseribili in Occidente? Rimarranno “combattenti” o crolleranno per diventare “casi sociali” con costi enormi e senza garanzia di lieto fine?

Paesi come la Francia adottano soluzioni pragmatiche… ogni tanto qualcuno viene “neutralizzato” da un drone… I droni sono stati inventati per l’eliminazione mirata…

La Gran Bretagna sembra propensa alla decadenza/revoca della cittadinanza e quindi chi è andato a fare la guerra ne assuma le conseguenze. Il denaro necessario alla loro eventuale riabilitazione potrebbe servire a un programma di inserimenti sul posto tramite le ONG e sotto controllo delle ambasciate, a beneficio delle popolazioni locali.

Però, la gente indigena vuole tenersi questi fanatici venuti dall’estero? Sarebbe logico processarli e giudicarli dove sono stati arrestati. Se ci fosse speranza di poter “ri-educare” queste persone, cioè far capire/accettare/ convincerli che il fanatismo politico-religioso è un tragico errore, potrebbero diventare promotori della laicità, se non dell’ateismo, soprattutto presso le popolazioni che sono tuttora vittime di despotismo religioso.

Il dubbio è che loro non abbiano il coraggio, né la forza di fare dietrofront davanti ai loro “correligionari” ma anche che noi non disponiamo di “terapisti” sufficientemente informati per essere capaci di far capire loro che cosa è l’islam, la religione, la Storia, la realtà.

Se si segue la linea laica razionale nei confronti dei foreign fighters e pentiti vari, si deve applicarla in generale ai “credenti” vari e in particolare ai Maomettani che risiedono in Occidente.

Chi avrà il coraggio politico di confrontare i Maomettani con gli studi effettuati dai ricercatori occidentali, di finirla col politicamente corretto e di spiegare come l’Europa è stata venduta ai produttori di petrolio – vedi protocollo di Barcellona.

Nel processo dei foreign fighters, è ineluttabile quello dell’islam, che porterà a quello delle altre credenze perché la prima domanda diventa “che cosa è Allah?” quindi “che cosa è Dio?” quindi “gli dei esistono?”… Le chiese sono vuote, il Vaticano è screditato. Nello scombussolamento generale, tecnologico, ambientale, artistico, filosofico, migrazionista, ecc, assistiamo allo sconquasso delle religioni e la fine di un “vecchio” mondo.

 

Relatore

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