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La televisione pubblica si fa beffe di Più Donne? – La protesta di Tamara Merlo

“Questo è un insulto all’intelligenza. La RSI ci prende bellamente in giro!”

* * *

Riceviamo e pubblichiamo questa vibrata protesta, di Tamara Merlo e di tutte le candidate della lista. Sulla tivù di Stato e di monopolio abbiamo scritto a iosa e, per questa volta, ci asteniamo.

* * *

Come responsabile della lista Più Donne ho partecipato alla riunione informativa di gennaio in cui è stato presentato il palinsesto elettorale per radio e tv sulla RSI. Inutile dire che il tutto è improntato a un rigoroso mantenimento dello status quo, con ampi spazi per chi ha già il potere in Consiglio di Stato, spazi medi per chi ha un gruppo parlamentare, spazietti qua e là per chi è in Gran Consiglio, e nulla o quasi per “le novità”.

Per carità, nessuno pretende di avere lo stesso peso – e lo stesso spazio – di chi governa il Cantone da sempre, ma forse potrebbe interessare il pubblico e l’elettorato sapere qualcosa di più sulle nuove proposte e, in particolare, vederle in televisione. Invece no.

Le candidate della lista Più Donne non hanno diritto di partecipare ai dibattiti televisivi sulla RSI perché non siamo presenti in quanto “Più Donne” in Gran Consiglio. Questa è la regola, creata ad hoc dai responsabili RSI, e presentata ai partiti in gennaio. Perciò al primo dibattito, l’11 febbraio, noi di Più Donne eravamo sedute fra il pubblico con limitato diritto di parola, e poi non ci avete più viste da nessuna parte sulla tv pubblica.

Ora è tempo del secondo grande dibattito televisivo sulla RSI e noi eravamo pronte a sederci di nuovo, buone e tranquille, tra il pubblico; ma questa volta ci viene comunicato che la lista Più Donne (sorpresa!) contrariamente a quanto detto finora è presente in Gran Consiglio con due deputate e quindi il 25 marzo non abbiamo diritto di partecipare tra il pubblico. Ma nemmeno di partecipare al dibattito. E per lo stesso motivo!

Questo è un insulto all’intelligenza. La RSI ci prende bellamente in giro.
O dobbiamo pensare a una discriminazione?

C’era uno straccio di regola (la loro regola) che non ci rendeva certo felici, ma adesso l’hanno pure ribaltata, apposta per escluderci del tutto. Questa mancanza di correttezza ci lascia amareggiate e ci conferma che le cose da cambiare sono davvero tante.

Tamara Merlo
Lista Più Donne

Relatore

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  • Lo scrivo qui perché non c'è un articolo apposito. Vedo RSI e LiberaTV stracciarsi le vesti perché a ieri il voto per corrispondenza avrebbe raggiunto io 7% in media nei 6 principali centri del cantone (dato RSI), dato giudicato desolante.
    A me francamente non sembra così desolante. Vorrei ricordare che ieri mancavano 13 giorni al 7 aprile.
    Una rapida ricerca in internet mi ha permesso di constatare che 4 anni fa, a 6 giorni dalle elezioni (il lunedì precedente la domenica elettorale) la partecipazione nei medesimi centri (da rilevazione CdT) fosse al 22% circa. La partecipazione finale fu poi del 62.5%, dato a prima vista che potrebbe sembrare basso, ma se confrontato con le medie svizzere e ticinesi degli ultimi anni è senza dubbio da giudicare molto buono.
    Mi sembra quindi che con un 7% a 13 giorni siamo in linea per arrivare al 20/22% tra una settimana e forse al 60% finale. No?
    Sono considerazioni non proprio scientifiche, ma credo abbastanza ragionevoli.

    Interpello il professore (peraltro di matematica!) De Maria e gli esperti che frequentano questo sito per ragguagliarmi.

  • Anche a me il 7 % attuale non sembra basso. Forse alla RSI e Libera TV sono convinti che il cittadino debba acquiescere senza indugio e "perinde ac cadaver" ai dettami che imporrebbero di scegliere un partito e magari il partito "giusto", senza la possibilità di lasciarsi beare fino all'ultimo dalle prodezze verbali scritte e/o parlate dei contendenti.

  • Per continuare la discussione. Okay, forse adesso un 17% medio a 6 giorni dal voto comincia a diventare preoccupante.

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