A fare l’intervento sarebbe stata una terza persone, un uomo considerato un santone, che è stato fermato dalla polizia a Ventimiglia dopo essere stato rintracciato attraverso il telefono delle due donne. L’uomo è attualmente sotto indagine e potrebbe rischiare grosso, soprattutto se questo casi non dovesse essere il primo. Potrebbe essere accusato anche di esercizio abusivo di professione medica.
I soccorsi sono stati chiamati dalla madre e dalla nonna del piccolo, alle 4 del mattino dopo che hanno cercato di tamponare la ferita. In casa sono stati trovati diversi pannolini intrisi di sangue e i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del bimbo. La madre, giovane donna di 25 anni, ha dichiarato che la circoncisione è stata eseguita per ragioni culturali. “Io amavo mio figlio più della mia vita” ha dichiarato la donna.
Purtroppo non è il primo caso avvenuto quest’anno. Soltanto una settimana fa ben due bambini sono morti dissanguati nella provincia di Reggio Emilia, i genitori sono ora indagati per omicidio colposo. Un altro caso è avvenuto a Roma dove un bambino di 2 anni è deceduto per lo stesso motivo mentre il suo gemello si è salvato per miracolo. A praticare le operazioni sono spesso chirurghi improvvisati con una formazione superficiale o addirittura inesistente a cui si rivolgono famiglie di religione islamica. Tuttavia è una pratica messa in atto anche dai fedeli ebraici.
Purtroppo, così come l’infibulazione, la circoncisione è una realtà persistente, anche in Europa. Ma se la condanna per la mutilazione genitale femminile è praticamente unanime, la circoncisione è ancora socialmente accettata in quanto le conseguenze di un’operazione eseguita correttamente sono molto meno drammatiche. L’anno scorso tuttavia l’Islanda è stato il primo paese a voler rendere illegale e paragonabile all’infibulazione la circoncisione praticata per motivi non medici.
La Federazione nazionale degli Ordini de medici chirurghi e odontoiatri chiede oggi di “Inserire la circoncisione rituale nei Lea (livelli essenziali di assistenza) o, in subordine, approvare una legge ad hoc affinché sia accessibile a chi la richiede in strutture pubbliche e private, nei primi mesi di vita del bambino, e a costi calmierati” per fermare questa situazione che sta diventando drammatica e permettere alle famiglie di avere accesso all’intervento in strutture apposite e dotate di personale qualificato.
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