Il sistema che traduce il voto in seggi, ha da sempre interessato la politica di tutto il mondo, il Ticino non fa eccezione. Nella mia attività parlamentare ho sostenuto che il nostro regime è esasperatamente proporzionale, che ha ormai fatto il suo tempo. Vero che coinvolge tutte le componenti del Paese, ma a quale prezzo? È lento e la ricerca del consenso risulta difficile e prolissa. Per le decisioni poi, è pur sempre necessaria una maggioranza, sovente non compatta e conseguenza di interessi di bottega. Si applica un do ut des spesso non cristallino.
Un autorevole personaggio del PPD, a quel tempo grande oppositore, poco tempo fa ha affermato: “È tempo di saltare il fosso e passare al maggioritario”. Non avessi letto tra virgolette la sua dichiarazione stenterei a crederci. La scheda senza intestazione, con il suo 20%, dimostra che un quinto e degli elettori preferisce votare la persona che il colore della sua giacca. In sostanza è la palese dimostrazione che una voglia di maggioritario c’è. Le recenti elezioni cantonali però hanno segnato un passo indietro. Non è certo con 14 partiti in corsa per il Consiglio di Stato e 16 per il Parlamento, che si può indicare chi governa e chi fa opposizione. Difficile, se non impossibile, creare dei poli che assicurino una dinamica efficiente e controllata, soprattutto nel Legislativo. Ben ha fatto il nuovo Gran Consiglio a bocciare l’accesso alle Commissioni a chi non ha raggiunto i cinque mandati in Gran Consiglio. Con il sistema in vigore è purtroppo legittimo che le piccole formazioni ottengano seggi raggiungendo lo 0,9%. Un quorum automatico del nostro sistema che andrebbe corretto verso l’alto per dare agli eletti un minimo di sostanza e credibilità.
La legislatura appena iniziata è tutta da scoprire. Contrariamente a quanto potrebbe offrire il maggioritario, e cioè un Governo forte, rapido ed efficiente, nonché un’opposizione quasi altrettanto forte, vigilante e motivata, con il potere nel mirino grazie alla possibile alternanza, ci sarà una sicura difficoltà nel governare. Non sarà facile trovare almeno tre partiti che si uniscano nel legislativo e assicurino coerentemente i numeri necessari. Dall’altra parte una opposizione frastagliata e sostenuta da un debole seguito popolare, sarà anche molto attiva, ma in sostanza poco credibile. Aumenteranno i referendum e le iniziative, che sostengo, ma di cui non bisogna abusare, ritardando le decisioni in un’era in cui tutto avviene in tempo reale. Attendo solo di essere smentito, in questo caso, garantisco, me ne rallegrerò.
TULLIO RIGHINETTI
Pubblicato nel CdT e riproposto con il consenso dell’Autore e della testata
L’ombra lunga delle compensazioni bancarie e il caso Schiraldi La denuncia è arrivata come un…
In un’epoca politica dominata da tecnocrazia, linguaggio neutro e diplomazia calcolata, il presidente di El…
La Facoltà di Teologia di Lugano ha ospitato dal 4 al 6 dicembre 2025 la…
di Tito Tettamanti Ogni nazione ha un suo carattere, influenzato dal clima, dalla morfologia del…
Ecco uno dei racconti più celebri e amati di H.P. Lovecraft: “Il richiamo di Cthulhu”.…
Ci siamo imbattuti per caso nel web in questo testo; l'abbiamo trovato interessante e l'abbiamo…
This website uses cookies.