Il Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk scioglie la riunione conclusasi con un nulla di fatto, convocando un nuovo consiglio per domani alle 11.
Dall’Italia o meglio da Osaka*, in cui si trova il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si dice perplesso, soprattutto per la candidatura di Frans Timmermans alla Commissione Ue. Un nome scomodo, per l’Italia e per altri 11 Paesi (soprattutto dell’Est Europa) non solo a Conte ma anche al governo dei Paesi Visegrad e a Viktor Orban, presidente dell’Ungheria, che ha addirittura definito tale scelta come “il più grande errore della storia”.
Poi vi è Theresa May che fa sapere che starà dalla parte della maggioranza (ovvero dei vincitori, visto che dev’essere stanca di perdere…)
*a Osaka, nel frattempo, sono riuniti anche Angela Merkel e Emmanuel Macron, nonché i premier olandese e spagnolo, rispettivamente Mark Rutte e Pedro Sanchez, per un ipotetico compromesso proprio per far salire Timmermans alla poltrona della Commissione, “compromesso” smentito da Conte, che si è dichiarato contro l’eventualità della nomina di quest’ultimo.
Ma la battaglia verte anche sulle altre istituzioni europee:commissione EUROPEA, Consiglio (in sostituzione di Donald Tusk), Alto Rappresentante per politica estera e sicurezza (in sostituzione di Federica Mogherini), Banca Centrale in sostituzione di Mario Draghi), Parlamento Europeo (in sostituzione di Antonio Tajani).
Per essi, rispettivamente, si ponderano i nomi del già citato controverso Timmermans, del il liberale Charles Michel, ex presidente belga per il Consiglio, la bulgara Kristalina Georgieva, attuale direttore esecutivo della Banca Mondiale ed ex commissaria europea, o la sua connazionale Mariya Gabriel, attualmente commissaria Ue all’Economia digitale, entrambe donne del PPe come successore della Mogherini, Emmanuel Macron o un’altra candidatura francese per la BCE, Manfred Weber per il Parlamento Europeo.
E’ il sistema degli Spitzenkandidaten, dei candidati “di ounta”, la lista presumibilmente scritta e bloccata dai socialisti, che vorrebbero ad ogni costo Weber e Timmermans ai sovracitati incarichi, a fare discutere gli avversari (i quali sono generalmente nazionalisti o populisti).
Domani la controversa diatriba continua.
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