Giuseppe Conte, professione avvocato lavoro attuale presidente del Consiglio, oggi si recherà dal Presidente Mattarella per chiedere venia per il proprio governo, di cui è alla guida da ben 15 mesi e che ora (ma forse lo era già dall’inizio) è sull’orlo del baratro.
Ora Conte è definitivamente contro Matteo Salvini, che 15 giorni or sono aveva chiesto di porre definitivamente fine a questo governo. “Che senso ha” aveva infatti detto il vicepremier leghista a Radio24 “un governo con tutti contro di me?”
Ed è polemica, infatti, per il ponderato armistizio (impensabile, sino a una settimana fa) tra i Pentastellati e i loro (ex) avversari PD pur di non andare a nuove elezioni.
Salvini mira a “capitalizzare il consenso” ottenuto con le elezioni europee a maggio, Di Maio a mantenere il governo, con l’alleanza del PD. Quest’ultimo si schiera con Conte “a testa alta”, mentre il sottosegretario dei ministri, il leghista Giorgetti fa sapere che dall’altro fronte v’è compattezza.
Tre scenari possibili: 1) Conte che si dimette bloccando i lavori del Parlamento, 2) Conte che si dimette solo dopo che la Lega avrà votato la sfiducia al governo (ipotesi improbabile, visto che Conte propende per il “suo” Di Maio), 3) l’improbabile ossimorica eventualità che M5S e Lega facciano letteralmente “la pace” per mantenere il governo. Staremo a vedere.
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