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La Grande Protesta Climatica e il Sessantotto – Da Parigi il professor Francesco Russo

Questa riflessione si ricollega a un testo del dottor Franco Cavalli, inneggiante al Sessantotto.

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Foto Wiki commons (Taxiarchos228)

PENSIERO DEL GIORNO  Lo penso anch’io da tempo: il movimento “climatico” rappresenta un nuovo Sessantotto. Malgrado tutti i suoi limiti é rassicurante pensare che la giovane generazione si occupi di problemi “reali”, contrariamente ai ragazzi del Sessantotto, la cui proposta era più che altro di forma. Per esempio in Italia e in Francia fu scardinato un sistema universitario che bene o male funzionava, peggiorando di molto le cose rispetto al passato, producendo poi addirittura eversione e terrorismo. Con qualche dovuta eccezione: in Germania é emersa una classe dirigente efficiente che ha rotto i ponti con il passato nazionalsocialista, negli Stati Uniti il “Sessantotto” ha prodotto risultati contro le discriminazioni “razziali”. Nell’insieme pero’ i Sessantotto é stata una grande delusione.

Il movimento climatico, malgrado i mugugni vari, potrà dare il suo contributo a una nuova economia rinnovabile. I suoi “leader” sono magari più modesti intellettualmente che i Sessantottini amici di Marcuse. Saranno viziati (tutt’uno con cellulare e social network), ma hanno ancora la possibilità di crescere intelligentemente. D’altra parte la gioventù di oggi é molto variegata: oltre questa fetta sensibile alle tematiche ambientali, c’é n’é una molto vicina alla stupidità “influencer” e “Grande Fratello”, ci sono i “giovani” delle Banlieues, i Black Block e anche molti conservatori, c’é di tutto.

A questo punto, il mio auspicio é che piuttosto emerga e si affermi questo movimento sensibile alle tematiche ambientali.

prof. Francesco Russo

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Interessante anche l’osservazione del prof. Francesco Nava (già nostro collega a Lugano 1).

Adesso il potere li incoraggia  “C’è una piccola-grande differenza con il 68. Il movimento del 68 era contrastato dall’establishment (De Gaulle stravinse le elezioni del giugno 68 opponendosi al movimento). Gli studenti che scioperavano in Ticino all’epoca erano sanzionati, adesso sono “incoraggiati” (per non dire di peggio).”

In allegato una foto che mostra uno studente dimostrante che esibisce un cartello “Greta Thunberg mi sta sul c…., ma oggi avevo due ore di matematica”.

Russo, Nava e De Maria (“i tre Franceschi”) sono professori di matematica.

Relatore

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  • Mio cugino la vede diversamente... avanza un’ipotesi temeraria.

    Per farla breve: la ricostruzione di una mentalità partecipativa ai processi di globalizzazione attualmente “appannati” può avvenire esclusivamente spostando gli interessi di una grande parte della popolazione verso l’obiettivo di una comune “restaurazione idealistica”.

    Non è un caso che la recente “giovanilista” primavera verde di una… riapparsa sensibilità ecologica ad hoc stia diventando, per esempio, il “tema” unificante della… political correctness globale, probabilmente nella sola funzione “imbrigliante”. Ciò agendo, si ricompatterebbe un fronte lib/lab relativamente all’avanzata dei movimenti anti-sistema.

    Qualcuno potrebbe dire: che c’è di male se fosse anche un’ipotesi realistica? Nulla di male, ovviamente. Tuttavia le finalità “angeliche” dichiarate dal fronte «verde “green new deal”» anti-populista ad hoc, in risposta alle forze anti-sistema, saranno oggettivamente impossibili a breve termine da attuare. Ed è probabile che già lo si sappia. Gli interessi in gioco sono giganteschi.

    Occorrerà un certo lasso di tempo perché si prenda coscienza dell’inattuabilità di molti dei propositi promessi. Tuttavia questo lasso temporale sarà sufficiente per dare ossigeno allo status quo. Saremmo comunque di fronte a una delle tante strumentalizzazioni di uno slancio idealistico su misura, che confermerebbe l’intramontabile strategia gattopardiana. Mio cugino dixit.

    Personalmente mi auguro, a differenza di mio cugino, che abbiano ragione… i professori di matematica.

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