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Non ho abbandonato il partito, semplicemente non mi hanno più “voluta” – Intervista a Sara Beretta Piccoli

Tutti i giornalisti (anche i dilettanti) cercano di scoprire i retroscena. Ci ho provato anch’io. Ho pensato che fosse un esercizio interessante, poiché il “caso Beretta Piccoli” ha suscitato scalpore e ha trovato ampio spazio nei media.

Quella sera sono andato al Capannone e ci sono rimasto tre ore (normalmente il venerdì sera faccio il torneo di bridge). La situazione era (all’apparenza) semplice. C’erano 7 candidati per 6 posti. Ai sei nominati dalla Commissione cerca si era aggiunta la granconsigliera Nadia Ghisolfi, che la commissione aveva escluso. Ghisolfi sottoponeva la sua candidatura al voto dell’Assemblea generale elettorale, che aveva il potere di ripescarla.

Sara Beretta Piccoli, ex granconsigliera e dal 2016 subentrante al Municipio, era tra i 6 proposti e sembrava ragionevolmente sicura. A sorpresa, tuttavia, è risultata esclusa.

Un bravo giornalista (non io, che sono un docente di matematica) sarebbe riuscito a scoprire i misteri. Alcune mie domande probabilmente erano inopportune. Quanto all’esito numerico Sara dice: “non si conoscono i risultati”. Beh, non si conoscono ufficialmente i risultati.

Ora Sara è candidata sulle liste di Ticino e Lavoro; le facciamo i migliori auguri e la ringraziamo.

Nota. Questa intervista è stata integralmente eseguita in forma scritta.

* * *

Francesco De Maria  Lei sa che cosa significa venerdì 17 ? Le dice qualcosa?

Sara Beretta Piccoli  Per me questa numerologia non significa nulla! Non sono superstiziosa.

Alle ore 18 al Capannone venerdì 17 (io stavo per arrivare) lei pensava che sarebbe finita così?

Nessuno sapeva come sarebbe finita.

Gli antefatti si possono raccontare o è più giusto che restino riservati?

Non ci sono antefatti rilevanti. La commissione cerca ha fatto quello che riteneva più opportuno.

La candidatura di Nadia Ghisolfi lei la considera legittima, inopportuna o abusiva?

No comment.

Questa candidatura era l’unico punto di contrasto, oppure c’era dell’altro?

No comment.

Qual è stato il ruolo dell’ex presidente Petralli?

Lui faceva parte dell’ufficio presidenziale. Ha fatto ciò che gli competeva.

Se la Commissione soci avesse proposto Tricarico, Beretta Piccoli e Ghisolfi + altri 3 nomi, al Capannone sarebbe andato tutto liscio? Non era una ragionevole soluzione? Che cosa ha impedito che venisse presa?

Domanda da porre alla commissione cerca. // Sara mi prega di aggiungere: “entrambe, Nadia ed io, avevamo diritto ad essere messe in lista”.

Le enuncerò una mia opinione banale (sono tristemente famoso per le mie banalità). Secondo me non è normale che una candidata piuttosto forte (tra l’altro subentrante al Municipio) arrivi ultima su 7. Sembra anche a lei? Perché i dati numerici non sono stati comunicati al pubblico?

Non si conoscono i risultati, pertanto non vi è risposta.

Lei ha esitato prima di abbandonare il partito? Per quanti anni vi è stata attiva?

Non ho abbandonato, semplicemente non mi hanno più “voluta”. Dal 2013 al 2020.

Alessio Moretti di Ticino Today ha scritto (testuale): “in questo momento Sara Beretta Piccoli è a colloquio con Schönenberger”. I Verdi non l’hanno voluta? Il leader verde ha avuto paura di lei?

Ci siamo incontrati e abbiamo fatto le nostre riflessioni.

Perché Giovanni Albertini ha abbandonato il partito?

Lo chieda a lui.

Mi descriva Albertini, la sua personalità e il suo movimento Ticino e Lavoro, che è una novità interessante. Quale il programma, quali le priorità politiche?

Giovanni è un giovane dinamico, motivato e propositivo. Movimento Ticino Lavoro è il frutto del suo grande impegno verso i disoccupati di questo Cantone. È un movimento che fa, prima ancora di “parlare”, in modo concreto. Il lavoro è sicuramente in priorità uno.

Mi indichi un ragionevole risultato elettorale per Ticino e Lavoro.

Da 1 a 3 consiglieri Comunali.

Penultima domanda. Nel cosiddetto “centro” i partiti storici sono soggetti a dura pressione. Il nervosismo è alle stelle, scoppiano risse e si scorgono segnali di panico. È la fine di un’era? … O è già finita da un po’?

È già finita da tempo, le persone non votano più i partiti ma le persone.

Ultima. Immancabile. Guardi che ci tengo moltissimo, non mi dia una risposta evanescente. Come finisce il voto per il Municipio a Lugano?

3 Lega /2 Liberali/ 2 Rosso-verdi

Esclusiva di Ticinolive

Relatore

View Comments

  • Questa storia che gli elettori non votano più i partiti ma le persone per me è una totale banalità e anche un po' una falsità.

    Intanto la lista senza intestazione è apprezzata, è vero, ma alle cantonali ha raggiunto il 18% e alle federali l'8%. Mica il 90%!

    Poi non è che uno vota "le persone", a caso. Questa frase non vuol dire niente. A parte magari il mio vicino di casa per il quale per il Gran Consiglio spreco una crocetta su 90, ecco questo sì è un mero "voto alla persona".

    Ma per il resto, oggigiorno si votano delle idee o un certo modo di pensare e di agire (non più delle ideologie strutturate, questo è vero) che comunque volenti o nolenti si aggregano attorno a dei "poli" o a dei gruppi politici che spesso travalicano i partiti strutturati e stagni di un tempo ma sono comunque caratterizzati da dei valori più o meno omogenei e da una collocazione chiara perlomeno nell'immaginario collettivo, prima ancora che sull'asse dx-sx.
    Infatti si rafforzano i poli (non i partiti, che anzi soffrono!) di destra e sinistra, e lentamente scompare il centro dei due partiti che costruirono il paese, perché oggi una collocazione chiara non ce l'hanno: gli uregiatt un po' per definizione, il Plr perché francamente la storia dell'interclassismo fa acqua da tutte le parti.

    • Un parere interessante e centrato, che riprenderò. Anche Sara magari potrebbe dire la sua.

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