Riceviamo dagli autori e volentieri pubblichiamo. L’articolo è apparso sabato scorso come Opinione sul CdT.
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La nostra opinione sulla spinosa contesa* è nota ma Ticinolive rimane assolutamente aperto sul tema, e ha tutto l’interesse ad esserlo. Sarebbe ad esempio lieto di intervistare l’on. Passardi (con la quale abbiamo avuto un estemporaneo quanto interessante scambio di opinioni, recentemente) o l’on. Romano.
* In concisione estrema. Un (ennesimo) sacrificio finanziario sarebbe accettabile in presenza di prospettive realistiche. Che non si vedono. A questo proposito il CdA di LASA, il Sindaco, il ministro Zali (eccetera) hanno vistosamente mancato.
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Di disinformazione e ricatto parla Martino Rossi, che negli scorsi giorni ha messo in luce una volta ancora le sue posizioni indicando come sia finalmente ora di agire in relazione a quello che è l’aeroporto di Lugano Agno. Per lui e i referendisti agire significa realizzare il sogno che cullano da decenni e per cui si sono prodigati per tutta la carriera politica: la chiusura definitiva dell’aeroporto, inviso poiché – a loro dire – a beneficio di una cerchia di persone che non rientra nel loro elettorato (quelli che pagano le imposte), oltre che per apparenti motivi ambientali.
Ed ecco che in questi primi scampoli di campagna, la sinistra ci propone con foga tutta una serie di argomenti in antitesi tra di loro, in parte falsi e sicuramente poco credibili. Tra questi, pensate un po’, vi è quello della paura per la spesa pubblica e i conti dello Stato, i quali soffrirebbero eccessivamente dell’attività dell’aeroporto. Certo, da un punto di vista aziendale il fallimento delle compagnie aree, ha pesato molto e a questa situazione va posto rimedio meglio prima che dopo. Gli stessi socialisti però non si preoccupano del fatto che, ad esempio la città di Lugano, spenda ogni anno più del quadruplo per il Museo d’arte, più del triplo per le piscine comunali o più di 10 volte tanto per Lugano Arte e Cultura (LAC). Ben intenso, non si vuole mettere in discussione le voci di spesa citate quale paragone, ma è giusto contestualizzare quali “immense somme” l’attività dell’aeroporto abbia drenato nel recente passato.
In conclusione di un dibattito televisivo di poche sere fa, un esponente sindacale del movimento per il socialismo l’ha ammesso: “a noi interessa la chiusura dell’aeroporto”. Bene, lo si dica così, anche perché da un punto di vista dogmatico e ideologico è una posizione legittima. Il Comitato “Sì all’aeroporto” – sostenuto dalla maggioranza dei partiti e numerose associazioni e sindacati – ritiene che per l’indotto, la piazza finanziaria, il turismo e i numerosi posti di lavoro in tutto il Cantone l’attività meriti – come suggerito da uno studio dell’Università di San Gallo – il tentativo di rilancio. Il 26 aprile 2020 voteremo sì.
Roberta Passardi (Gran Consigliera e Presidente Avio Ticino) e Marco Romano (Consigliere nazionale e Presidente di ASPASI).
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