Estero

L’Iran è il nuovo epicentro dell’epidemia coronavirus


L’Iran 
ha affermato di avere meno di 250 casi di malattia da coronavirus. Nelle ultime due settimane sono iniziati grandi focolai al di fuori della Cina. Più di 1’500 persone hanno contratto l’infezione nella Corea del Sud, mentre in Italia sono decedute 21 persone tra le oltre 800 risultate positive al test.

Ma è l’Iran che maggiormente preoccupa adesso gli esperti della sanità pubblica perché i dati diffusi non vengono ritenuti credibili. Alcune fonti di diversi ospedali del paese parlano di ben altre cifre. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato: “Gli improvvisi aumenti di casi in Italia, nella Repubblica Islamica dell’Iran e nella Repubblica di Corea, sono profondamente preoccupanti”.

Almeno 210 sarebbero le persone morte in Iran a causa della nuova malattia. La maggior parte proveniente dalla capitale Teheran e dalla città di Qom dove sono emersi per la prima volta casi di virus Covid-19. Una cifra sei volte superiore a quella diffusa dal bilancio ufficiale di stato. Si teme un insabbiamento da parte delle autorità dopo la recente crescente mancanza di fiducia in loro.

Questo potrebbe significare che il governo sia incerto su come gestire l’epidemia e che quindi stia coprendo l’estensione della rapida diffusione del virus. A Teheran risulta un numero sproporzionato di funzionari risultati positivi, tra cui la vicepresidente Masoumeh Ebtekar, incaricata di seguire gli Affari delle famiglie e delle donne, il presidente della commissione della Sicurezza nazionale Mojtaba Zonnour e il vice ministro della Sanità Iraj Harirchi. Quest’ultimo è stato visto pallido e inzuppato di sudore durante una conferenza stampa di lunedì scorso mentre annunciava ai giornalisti che la Repubblica islamica aveva quasi stabilizzato l’esplosione dell’epidemia nel paese. Si è visto Harirchi asciugarsi la fronte numerose volte durante la conferenza, con il suo aiutante che si affrettava verso il leggio con una scatola di fazzoletti, mentre respingeva l’affermazione secondo la quale erano già morte 50 persone a causa del nuovo virus. “Mi dimetterò se i numeri sono anche la metà o un quarto di 50”, ha affermato.

Il tasso di mortalità nel centro dell’epidemia è stato stimato al due per cento, mentre in Corea del Sud è leggermente inferiore all’1 per cento. In Iran, secondo gli ultimi rapporti, quel tasso è di circa il 16%. Questo significa che rispetto ad altri paesi il tasso di mortalità iraniana nasconda un numero molto maggiore di infezioni rispetto alle statistiche ufficiali. Secondo un’analisi di alcuni ricercatori canadesi, il numero delle persone infette potrebbe superare i 18 mila.Attraverso un video diffuso via Twitter, un’infermiera dell’ospedale Kamkar di Qom Alireza Ghasempour, ha affermato che otto persone sono morte di coronavirus in una sola notte durante il suo turno e ha voluto denunciare la mancanza di responsabilità dei funzionari iraniani.

Migliaia di iraniani sono stati bloccati sia all’interno del paese che all’estero dopo che sono stati annullati i voli di linea da e verso l’Iran. La preghiera del venerdì è stata cancellata e tutte le scuole, comprese le università, rimarranno chiuse fino a nuovo avviso. Un paese con oltre 80 milioni di persone è ora diventato uno degli epicentri globali del coronavirus con il più alto tasso di mortalità al mondo.

La diffusione del virus è coincisa con due importanti avvenimenti: l’anniversario della rivoluzione iraniana caduto l’11 febbraio e le elezioni parlamentari del 21 febbraio. La politica dunque potrebbe aver avuto un ruolo chiave nella gestione della crisi sanitaria con settimane di silenzio. Meno del 43% degli elettori iraniani si è presentato alle elezioni, il tasso più basso dal 1979, e sono stati fotografati indossando maschere.

MK

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