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Lugano si sta organizzando ma accolla la responsabilità al DECS – Un pensiero di Lorenzo Quadri

La solita politichetta

Senza voler entrare nel merito nelle risposte puntuali, che saranno di competenza del municipio:

– le futili considerazioni introduttive vengono respinte integralmente al mittente (del resto, per comprenderne il basso livello, basta guardare chi è il primo firmatario dell’interrogazione);

– lo strappo istituzionale l’ha compiuto il DECS respingendo con la consueta arroganza la proposta di Lugano ancora prima di averne preso conoscenza, e continuando a ripetere – in mancanza di argomenti – accuse offensive ed immotivate;

– la proposta di Lugano (scuola in presenza per le quinte elementari e per l’ultimo anno di SE, per gli altri proseguimento dell’accudimento e della scuola a distanza) rispondeva molto meglio anche alle esigenze della ripartenza dell’economia rispetto alla (non) scuola dimezzata con direttive contraddittorie, improvvisate e pasticciate imposta d’imperio dal DECS;

– l’istituto scolastico di Lugano sta lavorando assai più che a pieno regime per mettere in vigore al meglio le direttive imposte dal DECS e per contenere i problemi che esse inevitabilmente creeranno alle famiglie ed alle scuole;

– E’ chiaro che, se qualcosa va storto, la responsabilità se la assume chi emette direttive inapplicabili;

– l’obiettivo è quello di mantenere la refezione, numeri e spazi permettendo;

– le colonie estive saranno garantite per chi necessita dell’accudimento.

Lorenzo Quadri

* * *

I toni si stanno facendo piuttosto aspri (notoriamente i due politici non si amano alla follia).

Il punto più importante è quello che noi abbiamo evidenziato in neretto. Sembra dunque che Lugano, nonostante tutto, intenda ottemperare alle disposizioni del DECS. Benché la campagna in favore della “resistenza” sia tuttora veemente e coinvolga numerose persone e personalità: il dottor Denti, Borradori, Scherrer, Cotti, e parecchi altri elementi di punta.

L’idea di Bertoli in sé non è sbagliata (secondo noi). Dal 1° settembre ci separano quattro mesi, è una data troppo lontana. Facciamo un tentativo di semi-normalità, limitato, impegnato. Può riuscire e potrà fornire indicazioni preziose. Facciamo vedere che la scuola c’è e non si è disintegrata.

Tendere, con prudenza e per gradi, alla normalità. Non solo nella scuola, ovviamente. Bisogna. Non vorremo andare avanti a gridare istericamente in eterno “siete degli assassini!” oppure “per amore dei vostri soldi (di chi? di Sawiris? di Blocher? di Trump?) voi divorate le nostre vite!”.

Melodrammatico ma poco plausibile.

Relatore

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