Il primo luglio si aprirà il processo che vedrà alla sbarra il 21enne che due anni fa aveva progettato nei minimi dettagli una strage alla Scuola cantonale di commercio di Bellinzona. Il processo durerà in tutto 3 giorni e il giovane dovrà rispondere di tentato assassinio plurimo o di atti preparatori punibili di assassinio plurimo. Oltre a questo gli sono rivolte anche accuse di infrazione della legge federale sulle armi: il ragazzo aveva infatti acquistato su internet dei puntatori laser.
Il 10 maggio 2018 il ragazzo era stato preso in custodia dalla polizia in quanto c’erano ottime ragioni di credere che la settimana dopo, quella in cui si sarebbero svolti alcuni esami nella sua scuola, avrebbe compiuto una carneficina. Già in possesso di numerose armi da fuoco, il giovane aveva comprato diverse munizioni compatibili con esse, probabilmente pronto a usarle contro compagni e insegnanti. Da allora è detenuto in una struttura oltre San Gottardo La perizia psichiatrica eseguita ha stabilito che a spingerlo verso il folle gesto ci sarebbe l’odio provato verso se stesso. Il disturbo mentale di cui soffre gli vale una scemata imputabilità di grado medio.
Studente brillante, appassionato di armi, ne possedeva una ventina tra fucili e pistole. Inizialmente si era parlato di una bravata, ma gli indizi a suo carico sono gravi e non mentono: forse, il tempestivo intervento delle forze dell’ordine è stata l’unica fondamentale barriera tra l’intenzione e la strage vera e propria. Se sia ragionevole supporre che il ragazzo sarebbe davvero andato fino in fondo lo stabilirà il processo.
A presiedere la Corte, composta anche dagli assessori giurati, ci sarà il giudice Mauro Ermani. Il procuratore pubblico Arturo Garzoni ha intenzione di richiedere una pena superiore a 5 anni. A difendere il ragazzo in aula ci sarà l’avvocato Luigi Mattei.
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