(che potrebbe durare fino a gennaio 2021)
Non farà certamente piacere a coloro che ieri hanno protestato a favore della riapertura delle scuole e della didattica in presenza, la decisione presa dal governo italiano in merito a scuole e atenei italiani: a settembre infatti inizierà la cosiddetta fase 3 che dovrebbe durare fino al 31 gennaio 2021 e che prevede lezioni a distanza, virtuali, non in presenza. Anche i corsi accademici continueranno a distanza, così come le sedute di laurea e gli esami, e per quanto riguarda questi ultimi ci si sta già organizzando in piccoli gruppi per conseguirli, così tanto alla Sapienza, quanto all’Università di Parma.
Per quanto riguarda invece i colloqui orali di maturità, come confermato dalla ministra Azzolina, l’esame sarà invece in presenza, e, compatibilmente con l’andamento del contagio, inizierà dal 17 giugno. Come fa sapere Azzolina, la decisione è stata presa all’unanimità anche se non tutti i docenti sono d’accordo e c’è, chi tra di essi, commenta la scelta di ritornare – per poi isolarsi nuovamente – “una scelta azzardata e inutile”. Ma la ministra ribatte “a meno di una curva epidemiologica con contagi, gli studenti hanno diritto a fare gli esami in presenza e la scuola non si sottrarrà al proprio dovere”.
A ritornare a scuola per gli scritti saranno ben 500 mila studenti in tutta Italia. “Mi piacerebbe” ha fatto infine sapere la ministra (che prima di salire sugli spalti romani ha insegnato filosofia) “che agli studenti si chiedesse come hanno vissuto la pandemia. È confermato che gli studenti eseguiranno gli esami in tenuta di sicurezza, ovvero con le mascherine, e a due metri di distanza gli uni dagli altri, anche dai docenti. Per quanto riguarda le bocciature, l’Azzolina fa sapere che sono previste, ma solo in casi circoscritti e gravi (quali mancata frequenza nel primo periodo dell’anno scolastico, il che non comporterebbe elementi per valutare il ragazzo o gravi provvedimenti disciplinari).
Vale lo stesso per i “rimandati” a settembre, mentre per gli esami di terza media, gli studenti dovranno scrivere un elaborato e discuterne online. Interessante, infine, l’ipotesi ponderata dalla ministra: un ritorno a scuola nella “bella stagione”, a settembre, all’aperto. “la scuola” ha concluso filosoficamente la ministra “non è per forza chiusa in un edificio”. Forse, un ritorno alla natura, ci salverà tutti.
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