Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il testo non impegna la redazione.
L’abbiamo sentito pochi minuti fa alla radio. Pazienti Covid in cure intense: zero. Pazienti Covid in cure non intense: zero.
Ma piovono nuovi ammonimenti: severi, assillanti. Nuovi provvedimenti: stringenti. L’informazione globale, ossessiva e onnipresente, va molto al di là del sopportabile.
Se con zero Covid-pazienti facciamo questo, che cosa faremo con 2, 3 o 7 ?
* * *
La soluzione a questo problema è piuttosto semplice ed era già stata proposta dal Partito Comunista negli ultimi mesi: la produzione del materiale sanitario deve essere posta nelle mani dello Stato. Questo infatti permetterebbe di contrastare la speculazione sui prezzi dei beni sanitari e, allo stesso tempo, di promuoverne una produzione che sia nell’interesse della popolazione intera e non di una minoranza che vuole gonfiare i propri profitti. Se infatti nei primi mesi di pandemia scarseggiavano prodotti come mascherine e disinfettanti, ciò è dovuto alle privatizzazioni avvenute nel corso degli ultimi decenni, come ben ha dimostrato il caso della privatizzazione dell’ormai ex-regia federale di Alcosuisse. Ma questa misura da sola non basterebbe: dato l’obbligo di indossare le mascherine sui mezzi pubblici, infatti, sarebbe più che giusto metterle a disposizione gratuitamente della popolazione intera, come recentemente chiesto dalla Gioventù Comunista. Il diritto alla salute spetta infatti a tutti ed è vergognoso che vi siano dei privati che speculano su di esso per diventare sempre più ricchi.
Insomma, questa pandemia ha già dimostrato più volte le lacune del sistema economico neoliberista elvetico e la necessità di porre gli interessi della popolazione intera al centro delle scelte governative. La gratuità delle mascherine sanitarie ed il controllo statale della produzione del materiale sanitario andrebbero proprio in questa direzione: serve più Stato e meno mercato!
Luca Frei, coordinatore della Gioventù comunista
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