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Il sindaco di Seul Park Won-soon ritrovato morto: tutto fa pensare a un suicidio

Il corpo del sindaco do Seul Park Won-soon è stato ritrovato dalla polizia nella notte tra il 9 e il 10 luglio tra le montagne, poco lontane dalla capitale, a Mount Bugak. Le indagini della polizia stanno proseguendo, ma un messaggio lasciato dall’uomo lascia poco spazio ai dubbi: “Mi scuso con tutti e ringrazio tutti coloro che hanno fatto parte della mia vita”, ha scritto il sindaco rivolgendosi ai famigliari, ai quali avrebbe causato “solo dolore:”. Ha chiesto di essere cremato e che le sue ceneri siano sparse accanto alla tomba dei genitori.

Park Won-soon era scomparso il 9 luglio. A dare l’allarme la figlia che aveva ricevuto un ultimo criptico messaggio dal padre, che aveva interpretato come un addio. Il sindaco inoltre aveva annullato tutti i suoi appuntamenti, compreso quello con un funzionario presidenziale, un atteggiamento inusuale che ha insospettito i colleghi. Droni, cani poliziotti e circa 700 agenti hanno cercato di rintracciarlo e infine il cadavere è stato ritrovato in tempi piuttosto brevi.

Secondo la ricostruzione della polizia, il sindaco ha lasciato la sua abitazione e ha raggiunto col taxi una collina non lontano dalla città. Sul corpo non ci sarebbero indizi che fanno capire cosa sia stata la causa della morte così come non è chiaro per ora quali siano stati i motivi a spingere l’uomo a suicidarsi. È possibile che sia stato a causa di uno scandalo relativo ad alcune accuse di molestie sessuali. Infatti, nelle ore immediatamente precedenti alla scomparsa di Park Won-soon, la sua segreteria avrebbe sporto denuncia nei suoi confronti per le molestie subite nel 2017.

Diventato sindaco nel 2011, ad oggi Park Won-soon era considerato uno dei candidati favori per la successione del presidente Moon Jae-in, nelle elezioni del 2022. L’accusa di molestie avrebbe inferto un colpo terribile alla sua carriera, in quanto si era affermato come avvocato proprio combattendo per i diritti delle donne. In una società gerarchica come quella coreana, i posti di potere sono occupati quasi esclusivamente da uomini, circostanze che rendono le donne molto più vulnerabili dal punto di vista delle violenze. Park Won-soon aveva combattuto per i diritti delle donne coreane rese schiave sessuali e costrette a prostituirsi nei bordelli all’epoca della Seconda guerra mondiale e negli anni novanta invece aveva fatto scalpore la sua battaglia per ottenere il reinserimento di un’assistente universitaria licenziata in quanto aveva protestato per le molestie subite da un professore.

MK

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