Estero

Emergono nuovi dettagli sullo scandalo tedesco Wirecard

La società fintech Wirecard, si trova nel centro del più grande scandalo contabile della storia tedesca. L’ex dirigente operativo austriaco (COO) Jan Marsalek, è scomparso da giugno da quando sono venute alla luce prove di transazioni sospette che lo rendono il principale responsabile di una vasta frode.

Su di lui pende un mandato di arresto internazionale da parte delle autorità tedesche, con l’accusa di aver manipolato il mercato e di aver gonfiato il bilancio e i profitti della società per un valore di 1,9 miliardi di euro.

Le ultime rivelazioni su Marsalek, secondo quanto riportato dal quotidiano inglese Financial Times che ha condotto l’inchiesta, parlano di documenti che lo coinvolgono nel tentativo di reclutamento di una milizia mercenaria in Libia per la sicurezza delle frontiere per il controllo del flusso di rifugiati africani. Altri documenti, dimostrano che Marsalek ha contatti con i servizi segreti e circoli militari russi, per i quali si sospetta che faccia da spia.

Il quotidiano austriaco Die Presse, ha rivelato che Marsalek ha donato ogni anno migliaia di euro all’Austrian-Russian Friendship Society, un’associazione che promuove incontri amichevoli tra austriaci e russi su temi come la cultura e la politica. Da lì emergono una serie di relazioni poco trasparenti. Attraverso un socio intermediario di questa associazione, individuato nella persona di Florian S., Marsalek avrebbe fornito informazioni dal ministero dell’Interno e dai servizi segreti austriaci al partito conservatore di estrema destra austriaco Freedom Party (FPOe) guidato dal Norbert Hofer. Inoltre sembrerebbe che facessi affari anche con l’intelligence militare russa Gru, la stessa che ha organizzato il tentato omicidio dell’ex membro Sergei Skripal.

Per questo fatto, i servizi segreti occidentali stanno studiando possibili collegamenti tra l’intelligence austriaca e quella russa. Marsalek si vantava di essere stato ospite nel 2017 delle forze armate russe in Siria nell’antica città di Palmira ma non è chiaro per quali motivi intrattennese queste relazioni. Una fonte ha rivelato al Financial Times che “l’unica cosa che sembrava piacergli più di essere coinvolto in tutte questi affari loschi, era fartelo sapere”.

Secondo alcune indiscrezioni, il tentativo di creare una milizia in Libia, è passato proprio attraverso contatti dell’associazione austriaca-russa con il sostegno finanziario del ministero della Difesa austriaco. L’obiettivo principale era quello di chiudere il confine libico meridionale ai migranti nel tentativo di ricostruire un paese devastato dalla guerra civile. Luogo che dopo l’uccisione del presidente Muammar Gheddafi ha tenuto lontano tutti gli investitori occidentali, tranne quelli temenerari come Marsalek che ha voluto sfruttare il momento in cui il paese era “al centro di un grande scontro di interessi”.

Non passa un giorno in cui non emergono nuovi dettagli. Una trama che si infittisce sempre di più e sfocia nel peggior scandalo di frodi finanziarie della Germania che potrebbe aver coinvolto anche i servizi segreti, forse anche quelli inglesi. Infatti, sempre secondo il Financial Times, Marsalek ostentava anche il suo accesso a informazioni riservate in Gran Bretagna per impressionare i soci in affari e i membri del settore dei servizi finanziari di Londra.

Il sospetto è che queste informazioni circolassero già da tempo nel mondo della finanza e avrebbero potuto essere trafugate da investitori istituzionali. La tempestiva uscita di grandi partner e le voci ben informate del gruppo agli addetti ai lavori trapelate in primavera con la revisione legale della E&Y, fanno sorgere dei dubbi.

MK

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