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Il gravissimo attentato sventato al Duomo di Milano, che è passato in silenzio

Milano, Duomo, 13 agosto. Un egiziano sorprende una guardia giurata, gli punta il coltello alla gola, lo costringe ad inginocchiarsi. Dieci minuti di terrore, durante i quali, col fiato sospeso, si teme che sgozzi la vittima. Subitanea interviene la pattuglia, che gli punta la pistola. Al presunto terrorista, però, la polizia italiana non può sparare, la legge lo vieta. Così, i poliziotti cercano di farlo ragionare. Mahmoud Elhosary, 26 anni, costringe la vittima a stendersi.

“Butta il coltello, dai, come ti chiami?” gli chiede un poliziotto.

“Cristiano” risponde l’uomo, con evidente riferimento alle guerre di religione, o comunque a un conflitto col cristianesimo, chiamandosi in realtà tutt’altro che “Cristiano” ma “Mahmoud”, cioè “Maometto”.

“Cristiano, ascolta, io sono mamma” gli dice la poliziotta “tu hai bambini? Dov’è tua mamma?” non c’è nulla da fare, Cristiano- Maometto, il coltello, non lo butta.

“Buttate giù la pistola” intima invece agli agenti, che sono costretti ad ubbidire e levano le mani al cielo.

Dei poliziotti, con le braccia levate al cielo, al cospetto di un terrorista, con un coltello puntato alla gola di una guardia giurata. Sembrerebbe una situazione orwelliana, se non fosse altrimenti che l’Italia.

“Allontanatevi” dice poi il terrorista agli uomini delle forze dell’ordine, costringendoli, col braccio, a retrocedere. Proprio quando leva l’arto, uno dei poliziotti, con un gesto fulmineo, gli si scaglia contro, immobilizzandolo. Il terrorista è disarmato.

“Lasciatelo respirare!” dice una voce concitata riferita alla vittima, che deve ancora riprendersi dallo shock di aver visto la morte in faccia.

“Via, via!”. L’uomo è salvo. “non sono un terrorista” dirà poco dopo Mahmoud, 26 anni. Al gip antiterrorismo che lo ha interrogato. “Sono mussulmano, ma non vado in moschea e dell’Isis non so nulla”.

Il giudice Raffaella Mascarino ha disposto il carcere cautelare e non è esclusa che a Mahmoud verrà effettuata la perizia psichiatrica. Nel frattempo, consigliato dall’avvocato d’ufficio. Costanza Pedrotti, si è avvalso ella facoltà di non rispondere.

Relatore

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