Era il 6 dicembre 1992
A quel tempo l’economia svizzera non tirava, il PIL svizzero cresceva ben meno degli altri paesi europei e la disoccupazione galoppava, oggi non sembra vero. L’UE propone alla Svizzera di aderire al mercato comune europeo ed il Consiglio federale,sorretto da tutti i partiti (salvo uno) ritiene l’adesione l’ancora di salvezza per raddrizzare la barca e preme per l’adesione, ma popolo e cantoni, a risicata maggioranza, ritengono che la Svizzera ce la possa fare altrimenti.
Avevano ragione, la storia da allora la conosciamo. Il 27 settembre è una domenica che ci dirà se avremo lo stesso coraggio – peraltro stando meglio di allora – di sganciarci dalle sole e controverse logiche economiche (sulle quali c’è ben da discutere) e decidere di riprendere in mano il nostro destino, se sarà necessario (oggi è ancora un’ipotesi/opzione), ridiscutendo nuovi accordi bilaterali che interessano alla Svizzera ed all’UE. Magari diversi e più vantaggiosi, è questione di negoziazione. Siamo fisic amente in mezzo all’Europa, mica ci possono delocalizzare …
Emanuele Verda
(dal web)
* * *
Questa riflessione ci è piaciuta e il ricordo di quella lontana domenica è ancor vivo in noi. Sono per il momento pochissimi – citiamo Schnellmann e Celio – i PLR che si discostano (apertamente) dalla ferrea linea del partito.
A Trevano ha prevalso il No 55 a 6 (una bella batosta). ma probabilmente il popolo liberale non voterà No 55 a 6. Alcuni non ce la faranno a capire.
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