Estero

Brasile: il famoso indigenista Rieli Franciscato muore colpito da una freccia

Uno dei massimi esperti brasiliani di tribù incontattate dell’Amazzonia, il 56enne Rieli Franciscato è stato ucciso colpito da una freccia in una regione lontana dello stato di Rondônia, in Brasile.

“Un gruppo di Indiani incontattati ha ucciso uno dei sertanisti più rinomati del Brasile, famoso per aver sempre lavorato instancabilmente per difendere le tribù incontattate. L’incidente è avvenuto ai margini della terra della tribù, in cui si stanno verificando invasioni illegali e devastazioni”. Lo ha comunicato Survival International.

Si trovava a Rondônia per conto dell’agenzia governativa Funa per studiare una tribù della zona, quando è stato colpito al petto dalla freccia stava proprio esplorando i confini del sito che doveva studiare. Era accompagnato dalla polizia e uno degli agenti ha assistito all’omicidio di Franciscato. Ha riferito che l’uomo era riuscito a rimuovere la freccia dal petto e correre per qualche metro ma dopo è collassato. Un fotografo della zona Gabriel Uchida ha riferito che in realtà la tribù che Franciscato cercava di studiare, conosciuta come “gruppo isolato del fiume Cautario”, solitamente è molto pacifica. Stando a quanto riferiscono gli esperti però i membri della tribù non avevano la capacità di distinguere gli amici dai nemici.

Il gruppo di popoli indigeni brasiliani Uru-Eu-Wau-Wau ha dichiarato che sono preoccupati per il fatto che il presidente Brasiliano vuole consentire una massiccia deforestazione delle aree protette e che la morte di Franciscato è una conseguenza della pressione esercitata sulla foresta e sui popoli che la abitano.

La morte di Franciscato ha sollevato una grande emozione in tutto il paese: “Uno dei principali indigenisti del Paese, ha accumulato circa 30 anni di esperienza con le popolazioni indigene di quella regione.  Quando aveva 7 anni, Rieli andò con la sua famiglia dal Paraná al Mato Grosso. Poi si è trasferito in Rondônia. […] Lì, è cresciuto assistendo a invasioni e ingiustizie. Non appena gli fu possibile, andò a lavorare con l’Aikanã per combattere l’invasione dei disboscatori del loro territorio. Poco dopo è stato reclutato per lavorare con gli indigeni isolati”, ha commentato Nilo D’Avila di Greenpeace Brasil. Ha inoltre aggiunto: “E’ profondamente triste perdere qualcuno come Rieli proprio nel momento in cui le popolazioni indigene sono sotto uno degli attacchi più intensi e i diritti costituzionali conquistati a fatica vengono ignorati per rendere i loro territori ancestrali disponibili, al servizio di un’élite agraria e delle miniere d’oro, che per il governo Bolsonaro significano progresso” .

MK

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