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Il prossimo premier giapponese: un alcolizzato del lavoro – di Vittorio Volpi

Il prossimo Primo Ministro del Sol Levante sarà un “Ataraku Chudoku”, ovvero un alcolizzato del lavoro. Non uno che eccede fino all’ebrezza nel bere, bensì uno che lavora troppo, più del dovuto con il rischio di lasciarci le penne (Karoshi), fenomeno spiccato nel mondo del lavoro in Giappone.

È fatta: con l’elezione dei capigruppo del Partito Liberal Democratico, Yoshihide Suga, sarà fra due giorni Premier.
Foto Wikipedia (William ng, Dipartimento di Stato)

Segretario del gabinetto Abe dal 2012. Inutile cercare cose straordinarie o stravaganti su di un politico giapponese di quel livello. Niente yachts, automobili di lusso, residenze hollywoodiane o altre peculiarità. Vita ordinaria, camminata di 40 minuti al mattino e cento flessioni la sera.

Al momento Suga passerà alla storia per due cose.

La prima, la più recente e di enorme prestigio, cioè quella di essere stato incaricato di comunicare ai giapponesi il nome dell’era del nuovo Imperatore Naruhito, eletto al trono il 1.maggio 2019: “REIWA”.

Per tradizione, all’ascesa al trono di ogni Imperatore giapponese, è assegnato un nome che porterà per tutto il suo regno. Suo padre che ha abdicato era l’Imperatore Heisei. Il nonno Hirohito, Showa.

Io, ad esempio, per i giapponesi sono nato il diciannovesimo anno dell’era Showa.

Il nome ha sempre un significato simbolico indicato da due ideogrammi che sono scelti da un’apposita commissione. Per Naruhito il suo nome REIWA significa “bellezza e armonia”. Un augurio per il nuovo Imperatore, visti i tempi che corrono e chissà, forse, per la bellissima moglie.

La seconda caratteristica di Suga è la costanza E il sapere lavorare duro.

Nel 1987 per farsi eleggere nel consiglio comunale di Yokohama visitò porta a porta 30mila famiglie, consumando 6 paia di scarpe.

Era l’unico modo per emergere per un “paria” della politica di umili origini. È nato infatti da una famiglia di contadini coltivatori di fragole 71 anni fa, in una regione del Nord, Akita, nota per i

meravigliosi cani e la neve per tanti mesi all’anno.

Alla fine delle medie superiori, da solo, si trasferì a Tokyo per studiare in un’università di secondo livello, lavorando però part time per pagarsi le rette scolastiche in una azienda che produceva cartoni.

Temprato dalla vita dura, Suga profuse tutte le sue energie nell’avviarsi alla carriera politica.E, seguendo il suo modello, nel 1996 diventò parlamentare.

Tanto superlavoro per guadagnarsi il biglietto di ingresso. Comizi davanti alle stazioni, dovunque per farsi conoscere e poi l’appoggio dello storico partito Liberale Democratico (LPD) che ha servito ininterrottamente.

Nel 2006 ideò e vinse la battaglia per le “donazioni politiche” in deduzione fiscale per i privati.
Nel 2009 è riuscito a salvare il posto grazie al suo stile impegnato di porta a porta nella campagna elettorale, anno in cui molti dei suoi compagni di partito, meno laboriosi. il seggio in Parlamento lo persero.

Segretario del governo dal 2012, è diventato politicamente molto potente, fino ad oggi.

Detto ciò, chi è Suga politicamente e che cosa cambierà con lui rispetto al suo maestro Abe?

Con ogni probabilità la politica non cambierà. Anche Suga, come Abe, è di destra conservatore appartenente al “Nippon Kaigi”, una associazione fortemente nazionalista. Lo ha confermato in questi giorni nelle sue dichiarazioni di fedeltà alla linea di politica nazionale ed estera di Abe. E il suo pensiero, secondo chi lo conosce intimamente, rimarrà inalterato.

I temi ai quali rimarrà fedele sono la Abenomics, aggiornare la costituzione (pallino fisso dei nazionalisti), fedeltà agli Stati Uniti, ma con cautela. Insomma poco da cambiare. Perlomeno fino alle elezioni dell’anno prossimo.

Unico handicap la mancanza di quel forte carisma di Shinzo Abe e la sua qualità nella politica estera di grande livello. Suga è un pesce che sa nuotare nella vasca di casa.

Gli manca l’aplomb ed il background di grande rilevanza di Abe che, nel confuso e volatile mondo ora multicentrico, deglobalizzante e stravolto dal Covid 19, è un plus indispensabile.

Comprensibile: mentre ad Abe il nonno primo ministro cambiava i pannolini Suga aiutava il padre a raccogliere le fragole.

Insomma, nulla cambia: poi, se la salute lo sosterrà, Abe sarà comunque dietro le quinte.

Vittorio Volpi

Relatore

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  • Da apprezzatore del giapponese, sono andato a cercare le origini della parola reiwa ( 令和 ) cioè dei due kanji che la compongono.

    La pagina di wikipedia illustra bene la procedura. I caratteri sono estratti da un poema di cui si vuol riportare lo spirito. E da questo contesto i caratteri ne assumono il significato. L'origine cinese del poema è poi la ciliegina sulla torta.

    Lingua complessa e irta di interpretazioni e ambiguità che confondono il nostro cervello abituato alla corrispondenza fra segno, lettura e significato.
    Mi piacerebbe che il signor Volpi aggiungesse ai suoi scritti le parole originali giapponesi, non solo la forma in caratteri latini ("romaji").

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