Riceviamo e volentieri pubblichiamo come contributo alla campagna elettorale.
Il 27 settembre si voterà sulla revisione della legge sulla caccia, contro la quale le associazioni per la protezione della natura hanno lanciato il referendum. I fautori di questa revisione argomentano che porterà più sicurezza e biodiversità, poiché la regolazione di alcuni animali sarà facilitata. Ma purtroppo questa revisione s’inserisce nel solco della massiccia perdita di biodiversità che stiamo vivendo oggigiorno e di conseguenza promuoverà il disturbo del funzionamento di alcuni ecosistemi.
I punti maggiormente critici di questa revisione sono a mio avviso i seguenti tre: 1. Alcuni animali potranno essere uccisi preventivamente, dunque senza che abbiano fatto nessun danno, 2. La competenza per decidere se un’animale deve essere ucciso passa ai cantoni e non è più della confederazione e 3. Sulla lista delle specie regolabili potranno essere aggiunte in un secondo tempo dal Consiglio Federale altre specie di animali via ordinanza, dunque senza che il popolo abbia la possibilità di esprimersi.
Con questi tre punti della legge revisionata, la decisione se un animale debba essere ucciso o meno diventa politica e arbitraria e non avrà nessuna base scientifica. Un animale potrà essere ucciso semplicemente perché non piace a qualcuno. Perciò è inaccettabile. Certo, credo anch’io che non è sempre facile la convivenza tra allevatori e grandi predatori, ma non è questa la soluzione per risolvere il problema. Questa revisione crea ulteriori problemi, porterà meno sicurezza e mette in gioco non solo il lupo ma molte altre specie d’animali.
Se vogliamo più sicurezza dobbiamo tutelare bene la nostra biodiversità e basarci su criteri scientifici quando prendiamo decisioni in merito, non introdurre una legge arbitraria.
Erika Franc Benetollo, biologa e coordinatrice I Verdi del Bellinzonese
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