Questo testo descrive in modo efficace il quadro politico oggi dominante. I rossoverdi premono e i partiti cosiddetti “di centro”, passivamente, cedono. Perché in fin dei conti attratti, o perché demoralizzati.
Dobbiamo arrenderci? Naturalmente no, ma dobbiamo comprendere che la situazione è molto, molto difficile.
* * *
UDF Ticino è indignata per i diversi episodi antidemocratici e illiberali avvenuti negli ultimi giorni a livello cantonale e nazionale
UDF Ticino con rammarico constata che dagli ambienti di sinistra (in particolare con riferimento al Partito Socialista e a quello dei Verdi) arrivano segnali molto preoccupanti.
Da pochi giorni abbiamo potuto constatare come in ben 2 occasioni il DECS ha mancato [ndR: qui si potrebbe ribattere: “non ha mancato il suo obiettivo] l’obiettivo educativo cercando di indottrinare gli alunni a proposito dei temi relativi clima e sessualità. Dapprima attraverso un’agenda scolastica dai toni battaglieri e poco oggettivi per quanto attiene le tematiche relative al clima. In maniera subdola, nella stessa, sono pure stati inseriti riferimenti espliciti alle teorie gender che affermano che i generi siano più di due e indipendenti dalle evidenze biologiche, ma riconducibili ad un’opinione personale.
Pochi giorni dopo veniamo a scoprire che, sempre a proposito di questo ultimo tema, vengono distribuiti nelle nostre scuole elementari prospetti per l’acquisto di libri (JSW Schweiz. Jugendschriftenwerk, Zürich) contenenti titoli a dir poco di parte e decisamente fuori contesto visto che ci pare inadeguato proporre ad allievi così giovani (e in generale ad allievi) temi che riguardano l’omosessualità e la sessualità in genere.
Aggiungiamo poi che a livello nazionale, come spesso accade, la sinistra ha nuovamente mostrato di avere un’etica a due velocità.
È di pochi giorni fa la decisione di annullare la “Marcia per la vita” (contro l’aborto) a causa delle minacce da parte di militanti di sinistra. Quale stato democratico e civile permette che delle minacce impediscano la libertà di parola? Ci lasciamo intimorire da terroristi?
Sorte analoga è capitata poi a chi in questi giorni si è prodigato per distribuire volantini a favore dell’iniziativa per la limitazione: anche qui militanti di sinistra si sono distinti per la loro intolleranza e mancanza di rispetto delle opinioni altrui. Tutto questo nell’assordante silenzio di quella sinistra che si erge a paladina della giustizia sociale.
Per concludere questo mese, infine, abbiamo dovuto constatare come un numero considerevole di giovani ha voluto occupare illegalmente Piazza federale a Berna, imbrattandola, lasciano rifiuti e soprattutto impedendo lo svolgimento del mercato che dà da mangiare a diverse oneste famiglie. Anche qui la sinistra ha voluto distinguersi mostrando un’etica a geometria variabile affermando, in sostanza, che quando i temi sono quelli che a loro interessano è permesso infrangere la legge (non da ultimo le autorità di Berna, a chiara maggioranza “progressista” [virgolette della Red], hanno tentennato e non hanno voluto da subito sgomberare la piazza forse in vista delle imminenti elezioni comunali).
L’UDF, di nuovo e nell’arco di pochi giorni, invita tutti i partiti e le forze democratiche a impegnarsi congiuntamente per la libertà di opinione.
D’altro canto, esige che vengano rispettate le leggi e che vi sia tolleranza zero nei confronti degli estremisti che illecitamente usano violenza fisica, verbale o ideologica nei confronti di terzi ledendo i diritti democratici fondamentali e minacciano, impaurendoli, coloro che hanno differenti opinioni.
Per il Comitato Direttivo UDF Ticino
Edo Pellegrini, presidente UDF Ticino, Granconsigliere
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Già da tempo, senza bisogno dell'ultimo episodio, si capisce a Berna può manifestare liberamente solo una certa categoria politica, anche quando non autorizzata e quando ostacola le attività commerciali e perfino le linee dei mezzi pubblici. Se qualcuno non appartenente a questa categoria si azzarda non dico a manifestare, ma anche ad organizzare una riunione, arrivano le minacce agli organizzatori e a chi mette a disposizione gli spazi. Caso tra tanti l'assemblea dell'ASNI del 2016, spostata da Berna ad Interlaken a seguito delle minacce ricevute da chi avrebbe ospitato l'evento.
Non parliamo poi del recente ribaltamento della sentenza contro gli attivisti che occuparono i locali di Credit Suisse. Furenti perché la corte si è rifiutata di cambiare la legge a loro vantaggio...