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Donald Trump : Missione compiuta! – di Carlo Curti

Approfitto di questo pezzo, scritto da un opinionista di sinistra, per dire brevissimamente la mia sul Presidente.

In verità Trump viene enormemente sottovalutato. Dai politicamente corretti, dai media mainstream, dalle radioTV. È visto come un istrione, un provocatore irresponsabile, un “folle di Dio”. 

Secondo me il fatto che lui sia lì non è un caso. Si potrebbe addirittura affermare (la frase non è mia) che “c’è del metodo nella sua follia”.

Nel 2016 se leggevate un qualsiasi giornale o guardavate una qualsiasi Tivù grande o piccola, lui era dato per crocefisso e perdente.

Non inveite contro di lui, non prendetevi gioco di Donald. Potrebbe essere il vostro presidente… per altri 4 anni.

* * *

Qualsiasi sia l’esito dello scrutinio di novembre il “compagno” Donald ha lavorato bene, per sé, per le lobby che lo sostengono e pure per chi lo avversa dentro e fuori il paese.

Mi spiego con degli esempi:

L’America aveva bisogno di tornare ad essere una nazione normale, con tutto ciò che ne consegue: Crisi, antagonismi, lotta di classe, emarginati e salariati in piazza. Aveva bisogno di una scossa interna per rivitalizzare una “sinistra” anemica e moribonda. C’è riuscito al meglio: Bravo!

L’America doveva pure cessare di essere considerata il massimo, obsoleto riferimento della democrazia; In questo il presidente ha fatto più di tutti: Gli insulti che ha scambiato in TV con quella mammoletta di Biden, ne sono la prova “in diretta”.

L’America doveva far vedere, senza equivoci, da che parte sta nella questione Palestinese: L’ha fatto, non solo con Gerusalemme capitale, e le infinite fazioni palestinesi si sono incarognite. Buon segno, anche per i sonnolenti leader della OLP.

Gli USA hanno tirato fuori dall’angolo la Corea del Nord, “innominabile regno di cattivi e dittatori”, riportandola al tavolo della trattativa senza il ricorso alle eliminazioni mirate e ai danni collaterali. Il caso dell’Iran è rimasto isolato, nulla in confronto alle “operazioni chirurgiche” dei suoi predecessori. Anche qui, buona prova.

Potrei continuare, ma non voglio infastidire.

Insomma, se resta allo studio ovale ci sarà da divertirsi, anche perché, libero da ogni vincolo di un’ulteriore campagna elettorale, darà sicuramente il meglio di sé. Niente in America sarà più come prima, e questo non può che essere un segnale positivo per i cittadini di questo martoriato pianeta.

Carlo Curti, Lugano

 

Relatore

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  • Ho ritrovato un post …postato nel lontano (elettoralmente parlando) 2017, che spudoratamente mi permetto di ri… postare. Con qualche …update.

    Nemmeno il sottoscritto impazzisce per il ciuffone americano, ma i ripensamenti tardivi dei “liberal” sfiorano il ridicolo. “I dimenticati del nuovo secolo hanno fatto la rivoluzione. A destra, perché la sinistra non li ha voluti vedere” ho letto da qualche parte. E condivido.

    Anzi, il cosiddetto progressismo culturale è semmai complice primario della «mostruosa, grezza, rozza, becera, ignorante, burina, incolta» reazione popolare (termini utilizzati nel “matraquage” informativo quotidiano) perlomeno sulla base del noto principio “dinamico” secondo il quale… ad ogni azione corrisponde una reazione. Nel caso specifico si potrebbe parlare di… inazione, di latitanza e di menefreghismo degli enti preposti alla crescita democratica. Proprio perché se la cultura politica popolare fosse pure, in una certa misura, come descritta dai megafoni ufficiali vi sarebbero evidentemente pre-esistenti complicità (politiche/formative/istituzionali) assai pesanti.

    Il risultato è sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere: due mondi separati in casa; un mondo "periferico" invisibile, dimenticato, snobbato, sostanzialmente quello che oggi è l'elettorato definito con il consunto, improprio e discriminante termine di populista: altrimenti detto il popolo dei ...“social”. Sempre usato nell’accezione infamante, beninteso. Per opposto un ristretto (tuttavia cocciuto e potente) mondo composto di una nuova classe culturalmente egemone fatta di quadri ben retribuiti, di funzionari protetti dal loro status, di “intellettuali” votati a una generica causa terzomondista, tuttavia ben blindati nella loro endogamia (anche) abitativa. Fanatici divulgatori di un’astratta “mondialisation heureuse” Concetto diffuso con l'arroganza che ci ricorda la famosa "boria dei dotti" descritta dal Vico.

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