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I giornalisti sono per la democrazia come i medici per il paziente – Syndicom

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il testo non impegna il portale.

Troviamo il titolo scelto un po’ pretenzioso e non del tutto realistico. Si pensi alla costante e impenitente faziosità di certi media, e non solo privati.

L’azione “di commando” di Patti chiari era stata verosimilmente concepita contro il Mattino della domenica e il suo direttore Lorenzo Quadri, il giornalista che in assoluto dà più fastidio ai cultori del Pensiero unico.

Non poteva mancare un cenno sfumato a Marcello Foa, che non è un correttore di bozze in redazione bensì il presidente della RAI. 

* * *

immagine Pixabay

Il ruolo di un giornalista

Ogni giornalista sa che alla base della propria professione c’è la verifica dei fatti di cui si viene a conoscenza. Non basta recepire un evento riferito da una fonte qualsiasi e riportarlo a mo’ di copia e incolla ai lettori per poter dire di essere giornalisti e pubblicare di conseguenza un giornale. Un giornalista serio deve saper valutare la qualità delle proprie fonti, e in ogni caso verificare e controllare sempre ogni notizia. Chiunque non agisca così è nel migliore dei casi uno sprovveduto, nel peggiore una persona in malafede.

L’esperimento di Patti chiari

La fake news appositamente confezionata dalla redazione di “Patti chiari” per verificare con che facilità i media avrebbero abboccato ne è l’ultima dimostrazione; l’azione svolta alcuni anni fa proprio da syndicom con la campagna “braccia nere”, che comunque perseguiva anche altre finalità, un antecedente diretto. Non c’era evidentemente l’intento di danneggiare qualcuno in particolare. Allora ci cascarono in molti, oggi solo un paio di testate (Il Mattino della Domenica e TicinoLibero, oltre all’Amministrazione federale delle dogane), ma non c’è da rallegrarsi: questi esperimenti ci mostrano la via su cui si sta incamminando il giornalismo e il livello di certi uffici stampa, una strada su cui purtroppo non è certamente la qualità ad essere prioritaria.

Il codice deontologico

In ogni caso, purché errori possono sempre essere commessi da chiunque, comportamento etico e codice deontologico impongono una pubblica ammenda, con rettifica e scuse ai propri lettori. Come appunto fece il direttore del Corriere del Ticino Fabio Pontiggia un paio di anni fa, quando il quotidiano pubblicò con grande evidenza una notizia poi rivelatasi completamente falsa e inventata. Il dovere di ricercare e dire sempre la verità è infatti il primo punto della dichiarazione dei diritti e dei doveri che ogni giornalista svizzero firma prima di poter accedere al registro professionale.

Un fatto molto grave che necessita una rettifica

Quanto espresso dal caporedattore de Il Mattino della Domenica, come abbiamo potuto sentire durante la trasmissione di Patti Chiari, che “una cosa che può essere verosimile senza garanzia la si può anche mettere”, ossia pubblicare, è un fatto molto grave su cui, per la tutela di tutta la categoria professionale, non si po’ soprassedere.

Un caso lampante come questo necessita di una pubblica ammenda poiché, oltre a far perdere di credibilità i media in generale, si corre il rischio di compromettere definitivamente la nostra democrazia: i cittadini e le cittadine possono esprimere un voto consapevole e ponderato solo se sono informati in modo accurato e basato sui fatti. E le fake news, diffuse per superficialità, incompetenza o addirittura malafede, fanno inevitabilmente il gioco di chi vuole sabotare il meccanismo democratico.

Syndicom invita pertanto tutti i media che sono involontariamente incappati in questa falsa notizia al dovere di rettifica, facendo pubblica ammenda e scusandosi con i propri lettori.

Syndicom ribadisce la necessità di migliorare le condizioni di lavoro nelle redazioni
I giornalisti devono anzitutto possedere la formazione, anche deontologica, per saper distinguere una notizia vera da una falsa, e poi avere il tempo per effettuare tutte le verifiche necessarie senza essere sottoposti alla pressione della velocità, dei clic e dei like a tutti i costi. Purtroppo spesso non è così, come possono testimoniare molti redattori anche di testate autorevoli e prestigiose. Gli editori infatti, che da 16 anni ostacolano l’implementazione di un Contratto Collettivo di Lavoro per la categoria, sembrano poco sensibili al problema: da anni confrontati al calo degli introiti pubblicitari, hanno sovraccaricato ruoli e competenze degli operatori dei media, che non hanno più il tempo e i mezzi per poter svolgere il loro lavoro con la dovuta accuratezza.

La qualità del giornalismo è una necessità. Ma, se la maggioranza dei politici del nostro paese continuerà a non considerarla un’urgenza, il nostro sistema democratico verrà seriamente messo a rischio. Perché i giornalisti sono per la democrazia come i medici per il paziente.

Comitato Press e media elettronici di syndicom Ticino

Relatore

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  • Il “domenicale“ doveva pur attendersi, presto o tardi, noie all’orizzonte mattutino. Ovvio come l’oliva nel martini. L’articolo-fake scelto da “blickfang” inoltre parla chiaro. La redazione è inciampata come da copione. Non vi sono scusanti. Questo è un fatto. Il secondo fatto è che non ho simpatie per il “Mattino”. Il terzo fatto è che non credo che “dall’altra parte” vi siano - per questo - i “migliori”.

    Proprio ieri sera abbiamo dovuto sorbirci/gustarci fate voi (dei sessanta minuti previsti) trenta minuti di Carofiglio. Niente di proibito, ovviamente. Comunque trenta minuti occupati a disquisire (anche) sui pregi del suo recente saggio.

    Dello “speech”, tuttavia, in tutta serenità, si potrebbe discutere, non essere in completa sintonia, dissentire da certe convinzioni. Ma nessuno era presente per …discordare. Lo dico da cittadino “consapevole”. Per un cittadino “consapevole”, appunto, il beneficio del dubbio (nelle procedure informative) è determinante. Mi sembra di aver inteso nei “trentaminuti” dei “sessantaminuti”.

    E allora diciamolo che proprio domenica su “Domani” (nuovo quotidiano apparso oltreconfine), a pagina quattordici, si poteva leggere un interessantissimo articolo firmato Walter Siti che divergeva gentilmente e coraggiosamente dai contenuti del saggio in questione. Merita (almeno) un’occhiata.

    Un capoverso solo dell’articolo me lo permettete vero? “ La Storia non è fatta di arringhe in tribunale e talk televisivi; un liberalismo democratico cosciente di sé non può esimersi dal sentire il peso di ciò che non si può risolvere con le regole della democrazia, direi che ha l’obbligo di misurare periodicamente la propria impotenza”.

    • "La redazione è inciampata come da copione. Non vi sono scusanti."

      Sì, però adesso dico anche la mia. Il tutto è una c..... pazzesca (v. corazzata Potjomkin). Sono cose da bambini. Pagati con denaro pubblico (in particolare: il mio, e anche il tuo) per smerdare gli avversari politici.

      Io NON POTEVO CASCARCI... perché neppure l'avevo visto!

      • Jack, please!
        Perché tanta asprezza…

        Siamo tutti d’accordo che il ...“core” del Mattino può tranquillamente superare l’accidente: fa parte della sua “cifra” editoriale…come oggi s’usa dire.

        Personalmente avrei commentato un’altra frase e cioè:

        “non credo che “dall’altra parte” vi siano - per questo - i “migliori”.

        Appunto proprio sul canone, sulla dovuta imparzialità e via elencando.

        • Io me li immagino questi perdigiorno. Dài facciamo uno scherzo al Quadri, gli tendiamo una trappola!

          Da scuola materna.

  • « I giornalisti sono per la democrazia come i medici per il paziente »
    Posso condividere in linea di principio questa dichiarazione, e sarebbe necessario che i giornalisti medesimi (sia di media privati che... pubblici) lo pensino ed agiscano di conseguenza.
    In effetti, qualunque cosa si possa dire sul Mattino e sul modo in cui c'è cascato, non considero affatto chi ha fatto quello "scherzo" degno di calare lezioni. Semplicemente ha la forza economica (e politica, soprattutto) per non doversi preoccupare di essere colto in fallo o delle conseguenze di ciò.

    Dato che non ho visto la famosa trasmissione... qualcuno che l'ha vista mi direbbe se lo "scherzo" fatto al Quadri è stato fatto (con "fake news" appropriate, ovviamente, non con la stessa) pure ad altri media, di diverso o anche opposto orientamento politico?

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