Joe Biden imporrà delle sanzioni contro i militari artefici del colpo di stato in Myanmar, contro il premio nobel eletto Aung San Suu Kyi.
Il golpe era stato guidato dal capo delle forze armate birmane, il generale Min Aung Hlaing, divenuto de facto capo del governo, assieme al vicepresidente (avversario di Aung San Suu Kyi), ed ex generale Myint Swe.
Ora, dall’America, giunge una severa ammonizione. Dalle parole del 46 esimo Presidente, si evince che, come dichiarato da Biden stesso «serve un immediato ritorno alla democrazia: i militari devono rinunciare al potere che hanno conquistato e dimostrare rispetto per la volontà del popolo birmano, espressa nelle elezioni dell’8 novembre».
Per Biden, la questione è di interesse internazionale, così il presidente degli Stati Uniti sogna in una cooperazione tra più stati in funzione democratica. Il presidente d’America chiede il rilascio immediato degli attivisti e dei leader politici reclusi, innanzitutto quello di Aung San Suu Kyi, e minaccia di congelare i beni dei militari ed ex militari che sono stati attivamente coinvolti nel colpo di stato.
Così, dopo lo sguardo severo dell’ America di Biden sulla Russia, ecco ora che l’occhio a stelle e strisce punta anche sulla Birmania.
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