Il presidente del Comitato che organizza le Olimpiadi di Tokyo 2020, l’83enne Yoshiro Mori, si è dimesso a soli sei mesi dai Giochi a causa di alcuni inappropriati commenti sessisti.
Nel corso di una riunione online della scorsa settimana, Yori si era lasciato andare in osservazioni discutibili, ironizzando sulla presenza femminile del gruppo da lui guidato: “Le riunioni a cui partecipano troppe donne in genere vanno avanti più del necessario” ha detto Yori, commentando la proposta del ministero dell’Istruzione giapponese di estendere le nomine nel consiglio dei Giochi a un numero maggiore di donne. Aveva poi fatto capire che si aspettava che le donne presenti nel board capissero di dover stare “al loro posto”. La sua osservazione ha generato un imbarazzo generale sui presenti, soprattutto dopo che aveva aggiunto: “Se una di loro alza la mano per intervenire, le altre si sentono obbligate a rispondere, e si finisce che tutte quante si ritrovano a partecipare”. Non è la prima volta che Mori si lascia sfuggire commenti sessisti, aveva già fatto gaffe simili quando era a capo del governo, agli inizi del 2000.
Dopo le sue recenti dichiarazioni il dibattito si è fatto molto più rumoroso, soprattutto dopo che il principale sponsor dei giochi, il gigante Toyota, è intervenuto per commentare la faccenda. Il numero uno del colosso automobilistico, Akio Toyoda, ha fatto sapere attraverso un portavoce che i commenti di Yori sono “sgradevoli” e “certamente non in linea con i valori in cui noi crediamo”.
Infine è intervenuta anche la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, boicottando una riunione con il presidente del Comitato Olimpico Internazionale che aveva fatto intendere che le scuse bastassero per chiudere la faccenda.
A questo punto Yori ormai non aveva più una via d’uscita e si è dovuto dimettere dal prestigioso incarico.
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