Noah Green aveva 25 anni e non sembra aver avuto precedenti penali. Si è lanciato alla guida di un’auto contro le barriere che regolano uno degli accessi di Capitol Hill e ha investito due agenti di polizia della US Capitol Police, uno dei quali è morto per le ferite riportate.
L’uomo è poi sceso dall’auto armato di un coltello e ha minacciato gli agenti, che gli hanno sparato per difendersi, ferendolo a morte. L’attentatore è morto poco dopo in ospedale.
Noah Green si descriveva come sostenitore di Louis Farrakhan, leader della Nation of Islam, un movimento islamista che proprio attraverso la religione islamica voleva l’emancipazione delle persone nere e proclamava il suprematismo nero attraverso uno stato formato su base razziale unicamente da persone dalla pelle nera, indipendente nel Nordamerica.
Ancora non si conoscono le ragioni dell’attacco ma, come spiegato da Robert J. Contee, capo della Polizia di Washington DC, è prematuro parlare di terrorismo.
Nato in West Virginia, con una laurea in finanza, sul suo account Facebook, ora disabilitato, Green aveva scritto di aver sofferto «la paura, la fame, l’impoverimento» a causa della pandemia.
L’agente ucciso si chiamava William Evans: faceva parte del corpo di polizia da 18 anni.
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