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Eroi della pandemia – di Vittorio Volpi

Einstein ha così scritto: “Ho imparato una cosa nella mia lunga vita, e cioè che rispetto alla realtà, tutta la nostra scienza è primitiva ed infantile eppure è la cosa più preziosa che abbiamo”.

Ebbene, sarà primitiva ed infantile, ma due persone, marito e moglie, con la loro creatività e perseveranza ci stanno aiutando con la pandemia, salvando così milioni di persone dal flagello del virus.

Anch’io, data l’età, ho avuto la possibilità di essere vaccinato con Pfizer. Questo vaccino è il risultato delle ricerche con BioNTech alla base del quale ci sono due personaggi straordinari, da Premio Nobel.

Wikimedia commons – Foto BioNTech – https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en

Si tratta di Ugur Sahin e della moglie Ozlem Türeci, figli di Gastarbeiter turchi in Germania. Ugur nato in Anatolia e Ozlem nella Repubblica Federale. Il prologo del loro miracolo avviene nella città di Mainz, in una bella giornata nel gennaio 2020.

Un articolo della rivista scientifica Lancet riporta la notizia di casi di polmonite sconosciuta a Wuhan in Cina. La gente muore e non si sa come trattare questa nuova malattia che è contagiosa. Alcuni paesi, come Taiwan, avevano preso provvedimenti a fine dicembre, grazie alle informazioni riportate dai milioni di taiwanesi che lavorano in Cina.  Capita la notizia, Taiwan ha preso provvedimenti draconiani, ma qui in Europa, reduci dalla vacanze natalizie, non se ne sapeva nulla. Solo a febbraio suonerà l’allerta e  si adotteranno le prime misure di contenimento.

Sahin e Türeci ne discutono ed intuiscono che il virus  non rimarrà isolato a Wuhan, ma si diffonderà da noi per diventare una vera pandemia.

Quello del virus non è la loro specialità. I due scienziati sono degli oncologi-ricercatori e nel settore hanno avuto molti successi fino ad arrivare a BioNTech , ma circondati anche da scetticismo, critiche e riserva. Intuiscono che l’mRna possa essere la soluzione e si precipitano nei loro laboratori per sviluppare la ricerca e sperimentazione clinica, trovando la soluzione. Il vero miracolo è che per novembre 2020, solo 11 mesi dopo, il vaccino sarà pronto alla distribuzione.

Mai successo nella storia! Si orienteranno sul codice dell’Rna messaggero: il messaggero (scoperta del 1961) copia informazioni genetiche dal DNA. Se tutto funziona bene, il messaggero combatte il virus come se fosse il DNA. In realtà è come un ordine “fake” che deve combattere e sparire. Il problema, dicono gli scienziati, è la durata ed il pericolo di diventare, banalizzando l’esempio, come uno spam nelle email. I due ricercatori hanno usato queste tecniche contro il cancro, ma con limitato successo perché troppe sono le varianti della malattia e le sue mutazioni ed è così difficile mettere a fuoco un farmaco che vada bene per tutte.

Così Sahin descrive l’mRna: “è un pezzo di informazione genetica che mette a disposizione delle cellule un piano specifico per costruire le proteine. È un processo naturale delle cellule, come quando si prende un hard disk e si fa una copia, in questo caso, Rna messaggero. La cellula svolge la sua funzione naturale ed opera secondo le nostre istruzioni e sconfigge il virus”.

È un processo innovativo, anziché inoculare il virus avviene un addestramento del sistema immunitario senza aver bisogno del virus. Capito il problema, in un mese il vaccino era già pronto, ma per un farmaco, soprattutto così importante, sono indispensabili sperimentazioni. Un anno fa non si sapeva granché del virus e delle sue caratteristiche. Per capire se funzionasse, occorreva testarlo prima sugli animali, poi gli umani a migliaia ed osservare l’efficacia del medicinale e gli eventuali effetti collaterali.


Quale il momento “Eureka”? “Una domenica di novembre, dagli Usa arriva il risultato positivo”. Il momento più delicato, dopo aver testato il vaccino su oltre 22 mila persone di varie età e paesi. Pronto il vaccino, la prima vaccinazione nel Regno Unito a Dicembre: la 90enne Margaret Keenam: “È stata una grande emozione”.

Il successo sarebbe stato impossibile senza il finanziamento del governo tedesco e naturalmente Pfizer e il contributo del governo americano. Sono molti gli scienziati che sostengono che senza questi eroi le grandi case farmaceutiche non ci sarebbero arrivate tanto facilmente. Nelle scienze il “pensiero unico” non funziona.  Vince l’immunità di gregge, ma non il pensiero di gregge. Per di più ci sono paesi che hanno la “sindrome dello NIH- not invented here…”, tendono a non accettare per orgoglio quello che inventano gli altri. Il Giappone ad esempio è apertissimo alle idee degli altri. Totale “pragmatismo”.

Sileci sostiene che occorre “pragmatismo ed imprenditorialità per fare delle cose innovative”. Interessante leggere le varie interviste o analisi (“A scientific and business success story” vedere FT 17.12.20 e “Il vaccino? Nato a colazione, l’abbiamo disegnato in 48h” di Mathias Döpfner).

I due scienziati riceveranno il Financial Times Award e chissà, forse, il Nobel per la medicina.

Alla domanda cosa faranno e come vorranno essere ricordati, rispondono che “siamo oncologi”. Vogliono ritornare alle ricerche sul cancro che ha meno titoloni sui giornali, ma miete un immenso numero di vittime ogni anno.

La loro ricerca si manterrà sull’mRna per usare il sistema immunitario al fine di sconfiggere la malattia e sottolineano, pensando  forse alla Turchia, l’importanza della “libertà”: “è la base dell’innovazione, del cambiamento, della trasformazione”.

Per Soleci è “ la libertà di decidere da soli cosa fare” che conta.  Lode a loro. Due grandi benefattori dell’umanità.

Vittorio Volpi

Relatore

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