Estero

Macron sostiene il nuovo dittatore in Ciad nella lotta anti ISIS

La settimana scorsa, durante un attacco armato, è avvenuta la morte improvvisa del presidente Idriss Déby.

Ieri, nella Repubblica del Ciad, in Africa centrale, si è insediato al governo il consiglio militare con a capo il generale Mahamat Idriss Déby, figlio del presidente ucciso. Questi ha fatto sapere che non negozierà con il gruppo ribelle Front pour l’Alternance et la Concorde au Tchad (FACT), gruppo accusato della morte del presidente.

Il gruppo FACT aveva fatto sapere sabato di essere pronto a interrompere gli scontri con l’esercito ciadiano e a negoziare un cessate il fuoco. Tuttavia, un portavoce del nuovo consiglio militare, Azem Bermandoa Agouna, ha detto che non è il momento di negoziare con i fuorilegge.

Il presidente Déby è stato ucciso nella regione settentrionale del Kanem, mentre era in visita alle truppe che stavano combattendo contro il FACT. Governava dittatorialmente da un trentennio il Ciad,   era stato eletto per il suo sesto mandato, ma la sua morte è stata comunque riconosciuta come un colpo di stato.

Il consiglio militare starà in carica per 18 mesi, fino a nuove elezioni. Il 22 aprile, il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, si è recato ai funerali di Idriss Déby Itno, dove ha abbracciato Moussa Faki, il presidente della commissione dell’Unione africana, a N’Djamena, in Ciad.

Il viaggio di Macron è stato interpretato come un chiaro segno di sostegno al successore alla guida del paese, il generale Mahamat Idriss Déby Itno, figlio del presidente ucciso. Il Presidente Francese sostiene apertamente la successione autoritaria in Ciad, e si è recato alle esequie in un contesto in cui si parla di colpo di stato.

La Francia, insomma, accoglie la transizione familiare e accetta il regime dittatoriale in Ciad.

Nel frattempo, nel Sahel, la minaccia jihadista fa propendere a tali alleanze, e l’esercito del Ciad è il più attivo nella lotta ai jihadisti al fianco dell’armata francese Barkhane, che ha la propria sede proprio a N’Djamena. È normale, quindi, che i militari francesi sperino nella continuità e non nel cambiamento.

Relatore

Recent Posts

Giuseppe Buffi, giornalista e consigliere di Stato – Un breve ricordo

Era il 21 luglio dell’anno 2000, mi trovavo a Dalpe (esattamente dove sono ora, e…

5 ore ago

La notte è blu nel villaggio di Dalpe – Un evento musicale variato e brillante, da non perdere – 28 luglio

2018 Il mese sta per finire. Un ricordo  * * * Da Claudio Taddei agli…

6 ore ago

Esercito svizzero Quo Vadis?

Esercito. La Svizzera lo vuole di Giorgio Piona immagine dal sito del Dipartimento militare Il…

9 ore ago

La festa del Primo Maggio

di Jean Olaniszyn La ricorrenza del 1° Maggio, almeno alle sue origini, ha ben poco…

10 ore ago

C’era una volta… il viaggio in Oriente – di Agostino Spataro

Questo articolo bello e appassionato non manca, tuttavia, di suscitare una certa perplessità. Tutti noi…

11 ore ago

2 maggio 2019. Nel giorno di Leonardo ci siamo ritrovati al Rivellino

In una giornata inclemente, fredda e piovosa, la festa nell'antro sassoso del Rivellino è stata…

12 ore ago

This website uses cookies.