Ticino

Pollice verso dell’AITI alla legge CO2

Mancano meno di tre settimane al voto, la partita è tirata, la posta in gioco altissima. La domanda assillante è una sola: il popolo confermerà il voto del parlamento? Li mettiamo sullo stesso piano? Non è possibile, perché il popolo è sovrano, il parlamento no.

Che un’associazione importante come l’AITI sia contraria a questa legge rossoverde fatta di tasse, ci conforta. Forse quello del 13 giugno non sarà un voto alla moda, forse il cittadino elettore saprà resistere agli slogan dell’illusione.

Due soli sono i Sì dell’AITI : alla legge Covid-19 e alle misure contro il terrorismo.

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Recente cambio della guardia alla testa dell’AITI : Oliviero Pesenti succede a Fabio Regazzi

AITI è contraria a questa legge CO2 e ritiene che sia possibile mettere in atto un’alternativa migliore, basata decisamente di più sulla promozione dell’innovazione in ambito di protezione dell’ambiente e meno sull’introduzione di tasse e divieti, nell’illusione che con questo approccio si riesca a riorientare il comportamento soprattutto della popolazione.

La Svizzera produce un millesimo delle emissioni di CO2 della terra e anche se queste emissioni venissero ridotte a zero il mondo non se ne accorgerebbe, in quanto sono prima di tutto i paesi più inquinatori come Cina, India, Stati Uniti e altri paesi a dover intraprendere passi decisi nella riduzione delle emissioni inquinanti. La Svizzera comunque non sta a guardare. Negli ultimi dieci anni ha ridotto le emissioni di CO2 del 25 per cento con la legislazione attualmente in vigore e questa riduzione proseguirà in ogni caso anche nei prossimi anni.

Molti paesi stanno intraprendendo azioni e programmi per ridurre le emissioni inquinanti e le emissioni di CO2 in particolare, ma utilizzano un approccio meno statalista e basato su tasse e divieti, incentivando decisamente l’innovazione e la ricerca in ambito ambientale. La legge CO2 purtroppo non ha questo approccio. Prevede di aumentare in maniera importante il prezzo della benzina, in una prima tappa fino a 12 centesimi il litro, che colpisce particolarmente le zone periferiche e di frontiera e le famiglie con redditi inferiori o dove l’automobile è necessaria per spostarsi.

I maggiori costi colpiranno anche molte piccole e medie imprese e gli artigiani, proprio in un periodo economicamente difficile a seguito della pandemia. Con i prelievi delle tasse e dell’aumento del prezzo dei carburanti sarà creato un fondo gestito dalla burocrazia di Berna e destinato particolarmente al risanamento energetico degli edifici; è tuttavia attraverso l’innovazione creata dalle imprese che la protezione dell’ambiente e la riduzione delle emissioni inquinanti potranno essere realizzate.

Relatore

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