Primo piano

Dopo una notte insonne il Municipio incontra la stampa

Abbiamo partecipato oggi alla conferenza stampa indetta all’improvviso dal Municipio. Presenti il Sindaco, l’on. Karin Valenzano Rossi e l’on. Filippo Lombardi.

Presente anche, ma sui banchi del consiglio comunale, l’on. Cristina Zanini Barzaghi. Immaginiamo che con la sua posizione volesse sottolineare il suo dissenso rispetto alla linea scelta dall’Esecutivo.

Incomincio esponendo alcune considerazioni personali (fondate anche su elementi raccolti durante la CS).

— Il Municipio voleva realmente giungere a un accordo con i molinari, facendo qualche concessione. Non desiderava una interruzione traumatica del rapporto, soprattutto perché non ne vedeva alcun vantaggio.

— I molinari nel corso dei mesi (ma anche degli anni) hanno reso l’accordo impossibile 1) per la fiera ostinazione “rivoluzionaria” insita nel loro carattere, ma anche 2) perché incitati al diniego da forze politiche ostili al Municipio. Il fine: far perdere la faccia all’Esecutivo, metterne a nudo l’impotenza.

— La situazione per la maggioranza governativa della Città era pericolosa. Si ritrovava tra i piedi un’intimazione di sgombero inflitta ai molinari, che strillavano “non ce andremo!”… e i giorni lentamente passavano.

— Poi venne il sabato 29 e finalmente si decise di agire. Molti si chiedono, con tono quasi accusatorio: i municipali si erano preparati prima? Secondo noi è una domanda priva di senso. L’autorità deve prepararsi prima, vagliando con cura le diverse opzioni. Non può lasciarsi stoltamente sorprendere.

— Oggi è chiaro che la decisione di sgombero è stata presa con una maggioranza di (almeno) 5 a 2. Una conseguenza delle recenti elezioni.

— Quanto alla demolizione (parziale, con assoluto rispetto della parte protetta) del Macello, essa assume ai nostri occhi un valore simbolico.

— Lì non torneranno ma persino oggi (come sempre) abbiamo avuto la netta impressione che il Municipio voglia ancora trattare. È come se avesse dato, ai discoli, una solenne sculacciata. Ma dopo… ci si può ancora parlare.

*****

lunedì

A nostro avviso la soluzione “muscolosa” adottata dal Municipio ha un vantaggio rilevante. Chiude con un taglio netto la questione Macello e lascia aperta la strada a soluzioni alternative (che il Municipio dichiara possibili).

Perché non pensare a come sarebbero andate le cose se non si fosse fatto nulla? La questione si sarebbe trascinata all’infinito, con ripicche, proclami, dispettucci, avvocati azzeccagarbugli. Adesso la situazione è diversa: “lì non tornerete, ma – se accettate la discussione – un accordo si può ancora trovare”. Io sono convinto che il Municipio sia sincero in queste parole, non foss’altro perché infastidito dai continui attacchi dei molinari (che non sono soli).

Hanno detto

Marco Borradori L’evento non era autorizzaro perché nessuna autorizzazione era stata richiesta. L’ordine pubblico era affidato alla polizia cantonale, coadiuvata dalla polizia comunale. Avevamo detto chiaramente che nessuna illegalità sarebbe stata tollerata. L’occupazione dello stabile Vanoni non è stata un pretesto ma una violazione reale. Stamo stati chiamati dai proprietari. Nonostante tutto, siamo ancora pronti a discutere. Sinora non è stato possibile.

Karin Valenzano Rossi Sono state ore difficili, per le quali esprimo delusione e amarezza. Avevo realmente ricercato il dialogo con i molinari. Lunedì scorso mi sono recata sul posto con il collega Lombardi, abbiamo parlato con alcuni di loro, i quali avrebbero riferito al gruppo. Abbiamo atteso un segnale, per giorni, ma non è giunto niente.

Lo sgombero era un’eventualità, non era stato deciso a priori. Le decisioni basilari erano state prese il giovedì, a maggioranza. Come tutti sanno l’on. Zanini Barzaghi era contraria. Il Municipio aveva compiuto tutti i passi necessari ed aveva la facoltà di eseguire lo sgombero. Ma vi avremmo, ancora, rinunciato se i molinari non avessero illegalmente occupato una proprietà privata. L’autorità deve proteggere i diritti dei cittadini e far rispettare la legge.

Filippo Lombardi Sono in Municipio da un solo mese, la storia è cominciata molto prima che arrivassi io. L’Esecutivo, anche la maggioranza che ha dovuto prendere il provvedimento, non è contro i molinari e rimane aperta, ma per trattare bisogna essere in due. Tuttavia, non è detta l’ultima parola, ci sono ancora delle possibilità.

Cristina Zanini Barzaghi (non al banco del Municipio) Ero assolutamente contraria allo sgombero e alla demolizione, e voglio che si sappia.

*****

Le domande, numerose, dei giornalisti vertono principalmente su un punto: come e quando il Municipio avesse preso le decisioni essenziali; se fosse stato tutto premeditato; per quale motivo, nella notte, fosse stata ordinata la demolizione di una parte (piccola e non protetta da vincoli) del macello.

I municipali hanno risposto secondo le linee già illustrate sopra. Dalla piazza Riforma sale un vociare accompagnato da un ritmo di tamburi. È la protesta dei molinari nel pomeriggio di una triste domenica.

*****

La nostra personale opinione. Il gesto forte della maggioranza municipale (almeno 5 a 2) ha sbloccato la situazione, che poteva trascinarsi (questo nessuno lo dice) all’infinito. Le proteste e le esecrazioni di una parte politica e mediatica (che per discrezione non nominiamo) saliranno al cielo e assorderanno la terra. E pazienza.

Ora bisogna rimanere calmi e lucidi e, ci sentiremmo di aggiungere, democratici. I molinari e i loro amici (non tutti con le insegne dell’estrema sinistra) non hanno vinto le elezioni. Sarà pure un’ingiustizia, ma il popolo luganese ha deciso così.

Relatore

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  • La Bravata di Lugano

    I fatti di sabato notte hanno ancora una volta evidenziato che tra un esecutivo normale e quello della “regina del Ceresio” c’è la stessa differenza che corre tra Marlene Dietrich e una velina.

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