Ticino

Quale destino per Villa Heleneum?

Interpellanza di Aurelio Sargenti, consigliere comunale a Lugano

Premessa

La Villa Heleneum, copia fedele del Petit Trianon di Versailles, è stata costruita in stile Liberty nel 1931, insieme al suo bel parco, sulle sponde del lago di Lugano nel quartiere di Castagnola.

«Grazie al microclima, nel giardino fiorisce annualmente una ricca vegetazione mediterranea, non riscontrabile altrove a Lugano. Limoni, aranci, pompelmi e mandarini cinesi, così come palme da dattero e del Cile resistono agli inverni ticinesi. Si possono osservare inoltre una collezione di rarissime camelie, Agapanthus blu e bianchi, profumatissime piante di Ginger, glicini e rose di molte qualità a cui si affiancano alberi di cedro, cipressi, nespoli giapponesi e un maestoso Eucalyptus australiano» (dal sito della Città di Lugano).

La storia dell’edificio, come quella del giardino, è legata alla figura di Hélèn Bieber, ballerina d’avanspettacolo a Parigi, che attivò un centro d’incontri a carattere mondano e culturale nella sua dimora luganese. Hélèn Biber morì nel 1967, dopo una vita decisamente movimentata, e la sua proprietà venne acquistata dal Comune di Lugano che, per oltre un ventennio, la destinò a molteplici funzioni.

Dal 1989 al 2015 la villa all’interno del parco fu sede del Museo delle culture della Città di Lugano, ora trasferitosi nella sede di Villa Malpensata.

A Villa Heleneum arriva Bally

Dal «Corriere del Ticino» del 5 agosto u.c. traggo la notizia (poi ripresa da altri organi di informazione), che «Bally riceverà le chiavi di Villa Heleneum. Fra le tre proposte [arrivate] sul tavolo per il futuro della residenza affacciata sul Ceresio un tempo sede del Museo delle Culture, il Municipio di Lugano ha scelto il progetto dell’azienda di Caslano che produce scarpe, borse, capi d’abbigliamento e accessori. Ce lo ha confermato, da noi contattato, il sindaco Marco Borradori. […]. In sintesi Bally vuole portare a Villa Heleneum i contenuti del suo museo di Schönenwerd, nel Canton Soletta, il cui destino è quindi incerto. Ma l’attività espositiva è soltanto una parte della visione: un ruolo importante lo giocherà la tecnologia. Bally del resto è tra i fondatori del LifestyleTech Competence Center (centro di competenza per la tecnologia applicata allo stile di vita) insieme a USI, SUPSI, Guess, Microsoft, Hyphen, Dagorà Innovation Hub e Loomish. Il mix fra scarpe (ma non solo) e mondo digitale ha conquistato l’Esecutivo. “È un progetto interessante per il ruolo che il settore della moda gioca in Ticino – ha spiegato Borradori – così come le nuove tecnologie. Credo che si potranno fare cose molto interessanti, anche in virtù dei legami di Bally con il mondo accademico. Il progetto è stato affinato in modo molto intelligente e l’entusiasmo del direttore generale di Bally – marchio che tra l’altro dovrebbe tornare con un suo negozio in via Nassa – è notevole”».

La scelta caduta su Bally ha escluso le altre due proposte. Una era la realizzazione di un centro di studi d’arte orientale con il relativo museo; un progetto culturale definito fin nei dettagli, inclusa l’opportunità di accogliere una delle più grandi collezioni d’arte giapponese al mondo, quella di Jeffrey Montgomery, e sostenuto da un centinaio di personalità della Svizzera italiana (da Mario Botta a Sergio Ermotti, passando per Marco Solari e Giovanna Masoni Brenni). I proprietari della collezione avevano specificato che sarebbero entrati nel merito solo di un eventuale prestito temporaneo delle opere, soprattutto affinché venissero studiate; ma è anche pensabile che, come da tradizione, i progetti di prestito temporaneo finiscano per diventare definitivi. La seconda proposta giunta al Municipio per Villa Heleneum era quella di creare una sorta di «incubatore d’idee» (think tank) per mettere in relazione diversi attori della scena culturale e artistica. «Fra i capofila di questo gruppo c’era un importante impresario artistico svizzero-tedesco che ha curato progetti e fondato fiere in tutto il mondo e che da tempo, come Montgomery, è residente a Lugano» (Cdt, 5 agosto).

Le domande

  • Il Municipio ha fatto la sua scelta appoggiandosi su pareri espressi dal mondo della cultura (commissioni, enti o esperti)? Se sì, quali sono gli attori consultati?
  • Quali sono stati i criteri che hanno portato il Municipio a scegliere la proposta della ditta Bally? È possibile prendere visione della documentazione presentata dai promotori dei tre progetti?
  • Quali vantaggi la proposta Bally porterebbe alla Città rispetto alle altre due proposte, in particolare sul fronte della promozione della cultura e del turismo di qualità?
  • Si sono valutati unicamente i vantaggi economici o anche quelli culturali e storici?
  • È previsto di traferire a Villa Heleneum, in tutto o in parte, il centro di competenze di innovazione tecnologica legato alla moda attualmente all’USI? In caso affermativo, quali sono i motivi?
  • Esiste un progetto espositivo e di eventi legato al nuovo museo Bally?
  • Il Municipio ha valutato la particolare posizione di Villa Heleneum (situata in periferia e priva di parcheggi), che favorirebbe un turismo culturale mirato piuttosto che uno generico? (In altri termini: se in città ci fosse un ‘museo della pipa’ il turista potrebbe anche visitarlo imbattendosi per caso, ma mai andrebbe a visitarlo se lo stesso si trovasse in periferia e con difficoltà di parcheggio; diversamente farebbe il turista o il cultore di pipe o di arte orientale).
  • Quali sono gli elementi economici e finanziari del progetto (investimenti, costi, ritorno economico, indotto turistico)?

Con ossequio

Aurelio Sargenti (PS – Gruppo PS-PC)

Relatore

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