Come Pensiero del giorno propongo un pensiero di Andrea Leoni, citato in un post dell’amico Peter Rossi.
Oggi allo stadio di Cornaredo tutti hanno parlato bene: Cassis, Gobbi, Foletti, Luca Borradori, monsignor Vescovo. Ma solo uno ha osato dire certe cose: il giornalista.
Ciò è comprensibile, poiché il giornalista è più libero mentre l’Autorità – per forza di cose – ha le mani legate.
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(Peter Rossi) Un passaggio del discorso di Andrea Leoni sta suscitando aspro dibattito sui “social” e scontri ideologici invece che una necessaria e costruttiva riflessione.
“Non dico queste parole per istillare sciocchi sensi di colpa e meno che mai per seminare rabbia. Marco non lo vorrebbe e non ce lo perdonerebbe. Così come non vorrebbe che questi pensieri fossero strumentalizzati o tramutati in armi contro qualcuno. Dico queste parole per un senso di giustizia e perché possano trasformarsi in un occasione di crescita in una riflessione collettiva”.
Prima di lapidare sul senso e il contenuto del discorso di Andrea, occorre pensare, ragionare, considerare, ponderare, meditare e valutare.
Leoni aveva parlato degli ultimi tormentati giorni del Sindaco (circa 70), accusato, non creduto, amareggiato. Noi siamo certi che avrebbe saputo superare la burrasca e riacquistare la serenità alla guida della sua Lugano ma… nel giorno di san Lorenzo da qualche parte nel cielo le Parche hanno reciso il filo.
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