Svizzera

Covid Pass obbligatorio – PLR, PS e PPD contro l’UDC

I Democentristi: “Dividono la popolazione”

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Non s’è fatta attendere la protesta dell’UDC, che pubblichiamo per esteso.

La situazione, ammettiamolo pure, è sempre la stessa. Da un lato la destra, cioè l’UDC; dall’altro i Socialisti, che usufruiscono dell’appoggio di liberali e democristiani.

È veramente duro essere il partito di “maggioranza relativa”, con la quasi certezza di trovarsi in minoranza.

Il nostro timore non è primariamente per le sorti dell’UDC, dopo tutto Blocher e Chiesa sapranno cavarsela alla grande. Noi temiamo che la pandemia duri in eterno. È brutta? È orrenda? Sì, ma piace a troppa gente.

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L’estensione dell’obbligo del certificato Covid decisa oggi dalla maggioranza di centrosinistra del Consiglio federale discrimina gran parte della popolazione e colpisce quei settori economici che hanno già sofferto molto duramente. Ciò significherà ancora una volta che dovranno essere versati miliardi di aiuti. Responsabili delle restrizioni e degli oneri finanziari associati all’estensione  dell’obbligo del certificato Covid sono PS, PLR e PPD (Alleanza del Centro).

Il fatto che da lunedì una visita al ristorante, alla caffetteria o al centro fitness sia possibile solo dietro presentazione di un certificato Covid è inaccettabile per l’UDC. Il motivo per cui il trasporto pubblico risulta ancora una volta escluso dalle misure è arbitrario, soprattutto perché i treni e gli autobus sono pieni, specialmente nelle zone urbane. È anche incomprensibile che l’amministrazione federale e i parlamentari siano esentati dall’obbligo di presentare un certificato: si tratta di privilegi rispetto al resto della popolazione, simili a quelli vigenti nel monarchie. Ed è del tutto incomprensibile che non vi sia alcun obbligo del certificato Covid per le visite alle strutture sociosanitarie. Ancora una volta, il Consiglio federale preferisce limitare l’intera popolazione piuttosto che proteggere i gruppi a rischio nella nostra società.

Con l’estensione dell’obbligo del certificato, la maggioranza di centrosinistra del Consiglio federale discrimina gran parte della popolazione e ancora una volta interi settori economici si ritrovano a dover fare da capro espiatorio. Per la gastronomia, già gravemente afflitta dalle passate restrizioni, e per le strutture per il fitness e il tempo libero, l’estensione dell’obbligo del certificato Covid significa elevate perdite. Ciò vale in particolare per le regioni di montagna, in quanto l’obbligo di estensione del certificato si applica fino al 24 gennaio. Il risultato sono ulteriori costi all’ordine di miliardi di Franchi per finanziare gli aiuti economici e per l’estensione del diritto al lavoro ridotto. Queste industrie hanno avuto a lungo concetti di protezione funzionanti e comprovati!

I sindacati non difendono più gli interessi dei lavoratori
Per l’UDC è assolutamente fuori discussione che i datori di lavoro siano ora autorizzati a violare la sfera privata degli impiegati per chiedere loro se sono vaccinati o meno. Ciò apre la porta ad abusi e discriminazioni. Qui diventa palese come i sindacati e la sinistra abbiano da tempo cessato di impegnarsi nella difesa degli interessi dei lavoratori.

Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, l’UDC ha chiesto controlli e misure alla frontiera. L’UDC constata con soddisfazione che il Consiglio federale intende finalmente soddisfare questa richiesta dopo 18 mesi di pandemia.  Tuttavia, queste misure, da tempo necessarie, arrivano troppo tardi: la situazione negli ospedali svizzeri sarebbe oggi diversa se il Consiglio federale avesse introdotto misure alle frontiere un anno fa e avesse controllato anche i rientri dalle vacanze. Il fatto che i frontalieri siano esentati dalle misure alla frontiera dimostra ancora una volta l’arbitrarietà della politica del Consiglio federale in merito alla pandemia di Covid-19.

UDC SVIZZERA

Relatore

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