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Kim, un colpo al cerchio, uno alla botte

di Vittorio Volpi

Si dice che “can che abbaia non morde”.  Questo sembrerebbe essere la posizione in cui si trova il monarca rosso, Kim Yong-un, il leader massimo della Corea del Nord.

Da una parte abbaia e ringhia, vedere il recente lancio di un missile a corto raggio che gli esperti hanno definito un ordigno ipersonico, un’arma molto avanzata. A differenza dei missili balistici che si innalzano nello spazio con una traiettoria ad arco prima di arrivare sull’obiettivo, questi missili possono peraltro raggiungere delle velocità fino a 5 volte superiori a quelle del suono, cioè 6200 km/h, il che metterebbe fuori tempo la difesa degli avversari.

Pixabay (Victoria Borodinova)

A Pyongyang l’hanno definita un’arma strategica che tradotto vorrebbe dire che il missile potrebbe portare anche una testata nucleare. Si dice anche che l’equipaggiamento missilistico per il lancio sia stato testato con successo a bordo di un treno. In altre parole, le basi di lancio diventerebbero mobili. Questi nuovi esperimenti fanno seguito anche alla riaccensione del reattore di Yongbyon spento nel 2018. Il reattore produce plutonio, uno dei due “ingredienti” base che uniti all’uranio arricchito generano la bomba atomica, il tutto prodotto negli impianti di Yongbyon.

L’obiettivo di Kim è di attirare l’attenzione sulla Corea del Nord e di dimostrare che ha la determinazione politica per condurre attacchi senza scrupoli se necessario.

Dall’altro lato, un abbaiare senza morsi con lo scopo di segnalare a chi di dovere la necessità di attenzione. La nota positiva è che Kim  ha ripreso a cercare il dialogo con la Corea del Sud. Il Maresciallo ha annunciato la disponibilità a riattivare la linea rossa di comunicazione con Seoul e fa intravvedere la possibilità di un nuovo vertice con il Presidente sudcoreano Moon Jae-in. Questi ha parlato al palazzo di vetro delle Nazioni Unite invocando la firma della dichiarazione di pace fra le due Coree, tecnicamente ancora in stato di guerra dopo l’armistizio del ’53 firmato a Panmunjon.

Si ricorda che Moon è a fine mandato che scade il prossimo marzo e i tempi della Sunshine Policy sono ormai lontani e  come Kim, gioca le carte che ha. Entrambi hanno bisogno di aiuti.

Oltre al gran abbaiare, Kim richiama certamente attenzione perché la situazione del paese è in serie difficoltà. Lo ha ammesso lui stesso, come riporta oggi il Financial Times-“Kim orders official to improve living standard in food crisis”.

Parlando ad un pubblico che celebrava il 76mo anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori, Kim ha sottolineato le difficoltà senza precedenti e la precaria  situazione che il  paese deve affrontare a causa delle sanzioni internazionali e delle auto imposte chiusure dei confini con Cina e Russia dovute alla pandemia.  La cosa più grave è soprattutto  il cattivo raccolto, conseguenza delle alluvioni e circostanze atmosferiche avverse che hanno causato gravi danni.

Ha ammesso di non aver centrato alcun obiettivo del piano quinquennale a gennaio e che “dobbiamo digerire la lezione amara del fallimento”. Brutto messaggio.

In un discorso precedente aveva anche invitato il Partito ad adottare politiche di emergenza mobilitando la forza lavoro e migliorando i trasporti delle derrate alimentari.

Ironico: da  una parte esponenti delle Nazioni Unite invitano l’Occidente ad allentare le sanzioni in essere e dall’altra l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) invia forniture per aiutare nella lotta contro il Covid-19. Passi per le sanzioni, ma ricordiamo male o Kim aveva dichiarato che la pandemia non aveva toccato la Corea del Nord?

Relatore

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