Estero

Il leader dell’opposizione russa vince (in carcere) il premio dell’UE per i diritti umani

Mercoledì il vicepresidente del Parlamento europeo Heidi Hautala, ha annunciato l’assegnazione del prestigioso Premio Sacharov al 45enne russo Alexey Navalny. Il nemico imprigionato più importante di Putin, lo ha ricevuto per il riconoscimento del suo lavoro in difesa dei diritti umani.

Il Premio, intitolato al fisico sovietico e dissidente politico Andrej Dimitrievič Sacharov, premio Nobel per la pace nel 1975, è stato istituito dal Parlamento europeo nel 1988 per onorare individui che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali di pensiero.

Il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, si è congratulato via Twitter con Navalny, affermando che “ha combattuto instancabilmente contro la corruzione del regime di Vladimir Putin. Questo gli è costata la libertà e quasi la vita. Il premio di oggi riconosce il suo immenso coraggio e ribadiamo il nostro appello per il suo rilascio immediato”.

Il Premio consegna al vincitore una somma di 50 mila euro, e normalmente viene presentato durante una cerimonia a Strasburgo, in Francia, il 15 dicembre.

Con una mossa che potrebbe suscitare forti critiche da parte del Cremlino, i leader del Parlamento europeo hanno scelto il dissidente russo rispetto ad altri candidati. Come ad esempio, un gruppo di donne afgane per la loro lotta per i diritti delle donne nel paese gestito dai talebani, e la boliviana Jeanine Anez, ex capo di stato, imprigionata con l’accusa di aver guidato un colpo di stato in Bolivia nel 2019.

I legami tra l’Alleanza militare della NATO e la Russia hanno toccato il punto più basso, dopo che Mosca ha chiuso la sua missione permanente presso la NATO all’inizio di questo mese, sospendendo anche l’ufficio di collegamento e informazioni della NATO a Mosca, come ritorsione per la decisione dell’Alleanza di revocare l’accreditamento di otto funzionari della missione russa nell’Alleanza accusati di essere delle spie.

Mosca nello stesso giorno di mercoledì ha dichiarato che una importante alleata di Alexei Navalny, Lyubov Sobol, uno dei volti femminili più noti dell’entourage Navalny, è stata inserita nella lista dei ricercati dalla polizia. Le autorità russe hanno lanciato un giro di vite senza precedenti sul Movimento politico di Navalny, noto per le sue indagini che hanno denunciato una presunta vasta corruzione tra l’élite politica che comprende anche il presidente russo.

La maggior parte degli alleati di Navalny sono fuggiti dalla Russia sotto un’ondata di forte repressione. Il suo Movimento anticorruzione è stato liquidato dal tribunale della citta di Mosca all’inizio di quest’anno dopo essere stato definito un’organizzazione “estremista” dalle autorità. Navalny sta attualmente scontando una pena definitiva di due anni e mezzo per aver infranto un requisito di libertà vigilata del 2014.

I russi probabilmente si limiteranno a scrollarsi di dosso questa notizia, utilizzandola anzi come prova che Navalny è un servo dell’Occidente. Alcuni analisti sostengono che il Cremlino è abituato oramai da tanto tempo alle critiche occidentali sul trattamento riservato ai dissidenti.

Rimane il fatto che Navalny è riuscito a rappresentare una serie minaccia politica per Putin e la potente rete di oligarchi che domina l’economia  del paese.

L’anno scorso il premio è stato assegnato al movimento che si oppone al presidente Alexander Lukashenko in Bielorussia, uno stretto alleato di Putin.

MK

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