La lira turca è stata, nelle ultime 24 ore, protagonista di un fragoroso crollo, seguito da un rimbalzo ancora più spettacolare.
La grande incertezza che circonda la politica economica e monetaria turca imposta dal presidente Erdogan fondata su ribassi in serie dei tassi d’interesse nonostante un’inflazione galoppante, preoccupa.
Lunedì 20 dicembre, Recep Tayyip Erdogan aveva dichiarato: «Cosa succede? Stiamo abbassando i tassi d’interesse. Non aspettatevi altro da me. Da musulmano continuerò a fare quello che è richiesto dal decreto divino (Nass)». riferendosi alla dottrina islamica che vieta l’applicazione di alti tassi di interesse e l’usura (riba) come forma di credito.
Le dichiarazioni sono subito state accolte dagli investitori con un’ondata di vendite che in poche ore è precipitata del 10% innescando una giornata nera anche per le obbligazioni turche in dollari, che sono state vendute subito.
Martedì 21 dicembre, la moneta si è spinta fino a quota 11 contro il dollaro e 12,7 contro l’euro per poi assestarsi rispettivamente intorno a 13 sul dollaro e a 14,5 sull’euro. Questo inaspettato rimonto ha confermato il contesto di bassa liquidità e di estrema mobilità della lira turca.
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