Svizzera

Esercito elvetico: la guerra in Europa fa discutere anche la Svizzera

Non si vedeva da diversi decenni un conflitto armato sul suolo europeo. I recenti avvenimenti bellici  invece hanno riacceso la discussione sugli investimenti militari in  molti paesi. La Germania  ha deciso di aumentare notevolmente le proprie spese militari e ora anche la Svizzera sta valutando la questione. In particolare si vorrebbe alzare l’attuale investimento di cinque miliardi di franchi a sette miliardi, ovvero circa l’1% del PIL.  A promuovere la  proposta c’è il consigliere agli stati e  presidente della Commissione della politica di sicurezza (CPS) Werner Salzmann: “La situazione attuale nell’Europa dell’est dimostra che l’aumento a sette miliardi di franchi è assolutamente necessario”, ha dichiarato Salzmann a 20 Minuti. Lo stesso punto di vista è sostenuto anche dal consigliere nazionale UDC Thomas Hurter: “L’esercito è presente per proteggere e difendere la popolazione da possibili attacchi dall’esterno. Questo principio è stato trascurato negli ultimi anni”. Le dimensioni dell’esercito elvetico infatti, assieme alla sua capacità difensiva, sono diminuiti notevolmente negli anni. Una situazione che può rivelare dei rischi geopolitici non indifferenti, secondo il PLR Thierry Burkart, e minare il ruolo di neutralità armata della Confederazione. 

Non la pensano così i Verdi, il PS e il Gruppo per Svizzera senza esercito, che proprio  in questi mesi stanno cercando di contrastare l’acquisto di nuovi jet militari. “Se il conflitto in Ucraina ci mostra qualcosa, è quanto poco possano fare i caccia e quanto sia importante la diplomazia”, ha riferito la consigliera nazionale Marionna Schlatter, come riporta Ticinonline. Dello stesso parere anche la consigliera nazionale Priska Seiler Graf: “Questo è assolutamente immorale: fare questa richiesta così presto dopo lo scoppio della guerra è come minimo discutibile”.

MK

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  • « Se il conflitto in Ucraina ci mostra qualcosa, è quanto poco possano fare i caccia e quanto sia importante la diplomazia »
    In effetti nel cielo ucraino da giorni scorrazzano e danno battaglia diplomatici che hanno bevuto litri di Red Bull, non certo i caccia...

    « Questo è assolutamente immorale: fare questa richiesta così presto dopo lo scoppio della guerra è come minimo discutibile. »
    Ah, se una tale richiesta non la si fa quando è in corso una guerra e una seria crisi internazionale, non vedo in quale altro momento la si debba fare. Anzi, si; il momento ideale è PRIMA che sia in corso una guerra. Ed è stata più volte fatta, ma sempre respinta con frasi stile "non ci saranno mai più guerre in Europa". Se la signora Seiler Graf si rende conto che gli avvenimenti hanno dimostrato la falsità di questa illusione, non è colpa di chi propone l'aumento delle spese militari.

    • Non ci saranno più guerre in Europa Occidentale. Questa Guerra in Ucraina è stata voluta non solo da Putin, ma anche da Biden. Di certo non la vuole l'Europa!

  • E mentre pacifisti e disarmisti continuano imperterriti a non capire, il per loro inutile esercito svizzero ha evacuato il restante personale dell'ambasciata elvetica in Ucraina. È la seconda volta in meno di un anno che una simile operazione si rende necessaria. Un'occasione persa per il Gruppo per una Svizzera senza Esercito, avrebbe potuto fare una bella figura proponendo di mandare qualcuno dei suoi più ferventi attivisti a fare il lavoro, al posto dei militari svizzeri.

    • Non si può negare che nel gruppo Svizzera senza esercito è in certi rami della sinistra sia pieno di sognatori. Mi piacerebbe capire una cosa però: com’è possibile che la Danimarca con un budget di 4.7 miliardi di usd annui abbia un esercito piccolo ma moderno (forze aeree con F-16 ed F-35 e una marina militare) e la Svizzera con 5.3 miliardi ha un’armata brancaleone? Troppa gente incompetente e parassita?

      • Bon, facendo due conti alla fine la spesa danese, paragonando PIL, entrate fiscali e popolazione, sarebbe equivalente ad una spesa svizzera attorno ai 10 miliardi di franchi. E tieni conto che l'esercito elvetico viene da molti anni in cui la spesa è stata attorno ai 4,3 miliardi (ufficialmente, perché oltretutto qualche centinaio di milioni veniva risparmiato); i danni causati da questo sottofinanziamento a mezzi, equipaggiamenti, riserve e quant'altro sono evidenti e bisognerà porvi rimedio, e non sarà una cosa che durerà poco né sarà a buon mercato. Inoltre il periodo d'addestramento è stato più volte ridotto e limitato. Dunque non credo che la causa siano parassiti e incompetenti, ma piuttosto le conseguenze di tre decenni di relativo abbandono e disinteresse, perché tanto non ci saranno più guerre.

    • Göring: Ovviamente la gente non vuole la guerra. Perché un qualche poveraccio d'una fattoria dovrebbe voler rischiare la propria vita in una guerra quando quel che può ottenerne nel migliore dei casi è di tornare vivo alla sua fattoria? Naturalmente la gente comune non vuole la guerra; né in Russia né in Inghilterra né in America, né, per quel che conta, in Germania. Questo è chiaro. Ma dopotutto sono i leader di un Paese che ne determinano la politica ed ogni volta è solo questione di portare il popolo dove lo si vuole, ciò è sempre vero, in una democrazia come in una dittatura fascista, in presenza d'un Parlamento o in una dittatura comunista. Gilbert: Una differenza c'è. In una democrazia il popolo ha una voce nelle decisioni politiche attraverso i rappresentanti che ha eletto, e negli Stati Uniti solo il Congresso può dichiarare guerra. Göring: Oh, sì tutto ciò è splendido, ma voce o non voce, il popolo può sempre essere sottomesso al volere dei leader. È facile. Tutto ciò che devi fare è dir loro che sono sotto attacco e denunciare i pacifisti per la loro mancanza di patriottismo che non può che mettere a rischio il Paese. Funziona allo stesso modo in qualunque nazione.

      • A riguardo del pacifismo, del nazismo e della sua propaganda, posso ricordare anche una citazione geograficamente molto più vicina a noi, datata 1941 (inserita da Otto Pünter nel suo libro "Spionaggio in Svizzera"):
        « Vogliamo la pace con tutti i nostri vicini!
        Vogliamo lavoro e non guerra!
        Lottiamo per una Svizzera migliore, una Svizzera nazionalsocialista.
        »

        Penso sia ovvio da che area politica provenisse tale testo; erano le ultime frasi di un manifesto di propaganda del Fronte Nazionale, il principale movimento filonazista svizzero. In tale manifesto il Fronte inveiva contro il generale Guisan definendolo "militarista assetato di sangue", contro l'uso delle "nostre belle Alpi" come una fortezza, contro chi usava i soldi del contribuente per procurare all'esercito "armi d'aggressione" (sic!), contro chi voleva "fomentare la guerra contro la Germania" (sic!!)... e invocava contro tutto questo la pace. Ovviamente (non era scritto, ma era implicito) sotto l'ala del nuovo ordine nazista.

        La citazione di Göring è senza dubbio significativa, se usata nel giusto contesto, ma non è certo la più adatta ad un Paese come la Svizzera, che le guerre non le scatena di certo né ha bisogno di convincere la propria opinione pubblica a farlo. Può essere adatta, in certa misura, per chi in Svizzera cerca di usare questa crisi per legarci ancor più strettamente ad organismi sovranazionali di dubbia utilità (per essere gentili) affermando così di volerci rendere meno dipendenti dall'estero (sic!!!).

        Però arrivati a questo punto credo che una precisazione sia d'obbligo. Desiderare la pace e lavorare per essa nei limiti del possibile e del buonsenso è una cosa positiva; rimuovere perfino l'idea che possa scoppiare una guerra o una grave crisi e subordinare a questa convinzione qualuque altra considerazione o azione, anche quando a ciò si oppone pure la semplice prudenza, è tutt'altra cosa. Coloro che ho "attaccato" appartengono alla seconda categoria, non alla prima.

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