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Il conflitto ucraino riporta alla ribalta il problema nucleare: le Coree | di V. Volpi

L’incipiente cambio di governo in Corea del Sud ed il conflitto ucraino incominciano ad inasprire l’ormai perpetuo conflitto Nord-Sud (dal 1950).

Il tutto è partito da un’infelice battuta del Ministro della Difesa del Sud, Suh Wook con la quale, riferendosi alla capacità nucleare del Nord, ha detto che il Sud ha le capacità preventive di colpire le basi del Nord.

Immediata la dura risposta della sorella del maresciallo Kim Jong-un sul quotidiano del Nord Rodong Sinmun: “ Il Ministro sogna durante il giorno, soffre di isteria ed è lunatico”, il solito linguaggio nordcoreano, ed ha continuato “non consideriamo (il Sud) il nostro principale nemico, ma i suoi eserciti saranno sterminati se ci fosse un confronto con noi. Le nostre forze nucleari sarebbero costrette inevitabilmente a colpire ed i sudcoreani sarebbero destinati a subire lo sterminio”.

Prima considerazione: non è solo in Europa che si minaccia l’uso di armi nucleari. Purtroppo il monarca rosso usa l’arma nucleare che possiede unitamente agli ICBM, i missili intercontinentali, con i quali recapitare l’arma, definiti la“ spada tesoro” che impediscono a chiunque di eventualmente invadere il suo paese. Il suo deterrente che preoccupa tutti.

Dall’invasione dell’Ucraina le preoccupazioni dei coreani (del Sud) sono aumentate. Infatti si possono prefigurare  quello che avverrebbe se il Nord li invadesse. È vero che, rispetto all’Ucraina, hanno un accordo di mutua difesa con gli Stati Uniti ed è altrettanto certo che siano più armati. Secondo il Firepower Index, mentre il Nord è al 30mo posto nel mondo per spesa militare, il Sud è il sesto. Inoltre stazionano sotto il 38° parallelo ben 26500 soldati americani, sebbene sulla base degli accordi del 1991 gli Usa abbiano ritirato le testate nucleari.

Un membro del Policy Planning sudcoreano sostiene che “quando le cose diventano serie c’è un limite di quello che i tuoi amici possono fare per te”.

Va anche detto che Washington ha riconfermato a dicembre la sua posizione di Extended Deterrence incluso il nucleare, ma dopo aver osservato la labilità degli impegni di Washington ci si domanda se siano credibili al 100%.

Secondo il Carnegie Endowment i recenti sondaggi dimostrano che ben 71% dei sudcoreani appoggia la decisione di armare il paese con armi nucleari e non è solo il maresciallo Kim a preoccupare. Si sostiene infatti che non sia solo il Nord a creare ansia bensì la Cina, prevista essere il pericolo maggiore nei prossimi 10 anni.

Guardando alla posizione geografica dell’Ucraina, a Seoul si stanno rendendo conto di trovarsi ai confini con 3 paesi muniti di arsenali nucleari e di essere dipendenti dagli Usa che sono stati essenziali nel sostenerli nel conflitto civile ’50-’53, ma che non sono più quelli di allora e per di più sono confrontati con una Cina divenuta una delle maggiori potenze militari ed economiche del pianeta. Senza dimenticare un rocket man ( con 240km di confine ) incomprensibile ed incontrollabile.

Per concludere, due considerazioni. Il conflitto ucraino ha aperto il vaso di Pandora e fatto emergere situazioni che sopivano. Per noi, il fatto che l’uso di armi nucleari non è limitato alla guerra in corso.

V.Volpi

Relatore

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