A Genova, domenica 1° maggio, una ragazza è stata accoltellata nel centro della città, ed è stramazzata al suolo, esamine. Ad ucciderla, il fratello, in cura psichiatrica.
Alice Scagni aveva 34 anni, secondo gli inquirenti: “l’assassino – Alberto Scagni 42 anni – era geloso del cognato e negli ultimi mesi aveva preso di mira anche l’ex fidanzata”.
Da tempo, però, l’uomo aveva lasciato intendere, con comportamenti e dichiarazioni, di essere geloso del cognato, il quale, a detta dell’assassino, quando aveva sposato la sorella, nel 2018, era considerato dal padre, il signor Scagni “un Dio in terra”, e ora il grido di dolore della madre fa comprendere che, forse, quella terribile sera di domenica scorsa, si sarebbe potuta evitare.
La madre, ora, dichiara, tra le lacrime: “ho perso due figli. Siamo stati lasciati soli dalle istituzioni”
Questa mattina, mercoledì 4 maggio, nel carcere di Marassi, l’assassino sarà interrogato. Come risulta ai detective della squadra mobile, chiedeva continuamente soldi alla famiglia e ai vicini di casa, a cui faceva dispetti e angherie; da gennaio aveva iniziato a pubblicando su Facebook foto della ex fidanzata, minacciandola; poi, l’odio si era definitivamente riversato sulla sorella e sul cognato.
La famiglia aveva avvertito la polizia, la quale aveva però risposto: “non facciamola tragica”.
Lo mamma della vittima, ora, riferisce: “i nostri allarmi tutti inascoltati. La sera prima 5 chiamate al 112. Mi hanno detto: ‘Denunci domani’. Troppo tardi”
La sera prima, infatti, Scagni aveva bruciato la porta di casa della nonna; la madre della vittima, aveva insistentemente chiamato il 112 esclamando: “Alberto ci minaccia da giorni, vi prego intervenite”.
La risposta, però, è stata questa: “Non facciamola tragica”.
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