Estero

La minaccia di Dmitri Medvedev

Una recente dichiarazione del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev ha occupato i titoli dei giornali occidentali per qualche giorno. Sul suo canale Teelgram, l’ex presidente russo Medvedev ha scritto la seguente dichiarazione: “Spesso mi viene chiesto perché i miei post su Telegram sono così duri. La risposta è che li odio. Sono dei bastardi e dei degenerati. Vogliono la morte per noi, la Russia. E finché sarò vivo, farò di tutto per farli sparire”.

Parole forti, do odio e intolleranza, che hanno fatto impressione all’Occidente, tanto che il ministro degli Esteri italiano Luigi di Mario ha parlato di “minacce inaccettabili”.
In realtà, la dichiarazione di Medvedev è molto vaga. Chi sono esattamente i “loro” di cui parla? La sua frase sembra mancare volutamente di complemento oggetto, ma non per questo appare meno minacciosa. Non è la prima volta che Medvedev fa dichiarazioni estremamente dure. Da sempre vicino al presidente Vladimir Putin, ha sostenuto l’invasione in Ucraina sin dall’inizio. Pertanto, è possibile che si stia rivolgendo agli ucraini, oppure ai russi considerati “traditori”, che non sostengono le azioni belliche del governo.

In una interessante intervista allo storico Orlando Figes fatta da La Repubblica, l’esperto dichiara: “Mi pare evidente che Medvedev citi il poema patriottico ‘Ai calunniatori della Russia’ di Alexander Pushkin del 1831. Il che confermerebbe il suo riferimento agli occidentali. […] Quella poesia, molto violenta, si scaglia contro i francesi che sostengono la rivolta dei polacchi contro i russi. Medvedev ha voluto fare questo parallelo con la guerra in Ucraina, minacciando l’Occidente”. Non solo minaccia, ma anche espressione di lealtà verso Putin e la promessa velata che, se un giorno dovesse prendere il posto dell’attuale presidente, ne porterebbe avanti la politica. Figes inoltre non esclude che in questa fase, che giudica particolarmente pericolosa, possa esserci anche un inasprimento militare con tanto di utilizzo di armi nucleari tattiche.

MK

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