Estero

I Repubblicani si chiedono se Donald Trump sia il giusto candidato per il 2024

Quella di ieri (martedì) è stata per Donald Trump una brutta giornata. La peggiore di sempre forse.

La 26enne Cassidy Hutchinson, stretta collaboratrice dell’ultimo capo di gabinetto della Casa Bianca, Mark Meadows, durante l’amministrazione Trump, ha reso una coraggiosa testimonianza alla Commissione della Camera che indaga sulla rivolta avvenuta il 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti.

Le udienze previste della Commissione non rappresentano un processo. Sarà il Dipartimento di Giustizia a decidere di sottoporre a giudizio l’ex presidente se i risultati dell’inchiesta condotta saranno rilevanti. E la testimonianza di ieri lascia Donald Trump più vulnerabile che mai dal punto di vista legale e rappresenta una concreta possibilità per indebolirlo politicamente.

La Hutchinson, che ha già collaborato in altre quattro deposizioni precedenti, ha parlato sotto giuramento a porte chiuse con gli investigatori della Commissione sulle sue esperienze allo Studio Ovale durante la giornata del 6 gennaio 2021, lasciando capire di essere la chiave per comprendere le azioni del suo capo Meadows, che si è rifiutato di comparire a testimoniare.  Quest’ultimo, ha sempre insistito che la Hutchinson fosse presente nella stanza ovale ad ogni singolo incontro per prendere appunti.

La testimonianza degli ultimi giorni della presidenza Trump, considerata ampiamente attendibile, ha rafforzato la narrativa secondo la quale l’ex presidente ha incitato e sostenuto l’insurrezione come parte di una disperata presa di potere per “rubare” un secondo mandato, ordinando ai suoi sostenitori radunati al National Mall di scendere in Campidoglio anche se sapeva che fossero armati di pistole, coltelli, spray al peperoncino e probabilmente destinati a causare danni.

Molti dei suoi consiglieri e assistenti che ritenevano illegali i suoi piani, informarono della violenza sia lo stesso Trump sia Mark Meadows, sottolineando soprattutto il fatto che i partecipanti alla manifestazione del 6 gennaio fossero armati.

Le precedenti testimonianze degli altri funzionari appartenenti alla ristretta cerchia dell’ex presidente, avevano prodotto rivelazioni schiaccianti sul disperato tentativo di Trump di rimanere al potere, ma la testimonianza della Hutchinson, che ha fornito un resoconto più dettagliato come mai prima, getta luce su quanto Trump fosse personalmente consapevole del potenziale della violenza, e quale fosse in quel giorno il suo umore per capire le sue azioni e le sue intenzioni.

Trump andò avanti con i tentativi di irritare i suoi sostenitori con una marcia non consentita verso il Campidoglio per interferire con la sessione congiunta del Congresso, riunita per certificare la vittoria del presidente Biden.

Alla domanda della vice presidente repubblicana della Commissione, Liz Cheney, di quale fosse la sua reazione al tweet di Trump di metà pomeriggio con il quale attaccava il suo vicepresidente Mike Pence per non aver avuto il coraggio di fermare la certificazione della vittoria di Biden, la Hutchinson ha risposto: “Come americana, ero disgustata”.

“Stavamo guardando il Campidoglio deturpato per una bugia”, ha detto, aggiungendo che “Era qualcosa che era davvero difficile in quel momento da digerire, sapendo cosa stavo ascoltando in fondo al corridoio e le conversazioni in corso”.

Il racconto più avvincente è stato quando ha descritto la discussione tra Trump e il vice capo di stato maggiore Tony Ornato, che lo ha descritto come “arrabbiato” nel SUV presidenziale nero corazzato dopo il suo discorso infuocato. “Sono il presidente, portami in Campidoglio ora!”, avrebbe detto rivolgendosi a Ornato (versione confermata da quest’ultimo). Quando gli è stato detto che non sarebbe stato possibile, Trump “si è avvicinato alla parte anteriore del veicolo per afferrare il volante”, ma è stato fermato da un agente dei servizi segreti di nome Robert Engel che lo afferrò per un braccio. “Trump ha poi usato la sua mano libera per lanciarsi verso Engel in un impeto di rabbia”, ha detto la Hutchinson.

All’udienza di ieri, Hutchinson ha anche rivelato che l’avvocato Rudy Giuliani e Mark Meadows hanno espresso interesse a ricevere la grazia presidenziale preventiva subito dopo l’assalto al Campidoglio.

Malgrado Trump mantenga la presa su gran parte della base del Partito Repubblicano, dopo questo nuovo grado di apparente coscienza di colpa della Hutchinson, oltre a quello di almeno una mezza dozzina di deputati repubblicani e del suo avvocato John Eastman, cominciano ad essere diversi i repubblicani che si chiedono se Trump sia la persona da nominare come candidato alle prossime elezioni presidenziali.

MK

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