Primo piano

Pensioni IPCT: il massacro sociale si avvicina!

Già in maggio, a poco più di un mese dal voto parlamentare del 12 aprile 2022 manifestavo con un’interpellanza i primi grossi dubbi sulla soluzione costituita dalla riserva di contributi del datore di lavoro di 700 milioni di franchi a favore dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT), che su ispirazione o meglio dire imposizione della destra della Commissione della gestione e delle finanze (GdGF) doveva essere la soluzione alternativa miracolosa al versamento di una dozzina di milioni annui per 40 anni, proposto dal messaggio governativo 7784 del 15 gennaio 2020 per garantire la copertura delle garanzie transitorie decise da Governo e Parlamento nel 2012 (per far passare il cambiamento di sistema delle rendite dal primato delle prestazioni a quello dei contributi).

I miei dubbi erano dovuti alla volatilità dei rendimenti finanziari sui mercati, che sono sotto gli occhi di tutti. Ora a questi dubbi si è aggiunto il fallimento della prima asta da parte del Cantone, che non è riuscito a farsi prestare dai mercati 250 milioni di franchi per una durata di 30 anni. Figuriamoci se riuscirà a reperirne 700 di milioni per finanziare l’intera riserva di contributi del datore di lavoro. L’on. Vitta ritiene che occorra fare un secondo tentativo: probabilmente il fallimento di una seconda asta è politicamente necessaria per mettere a tacere l’arrogante e faziosa destra cantonale. Il fatto è che il tempo per agire è sempre più agli sgoccioli. E questo è solamente il primo grosso problema che attanaglia l’IPCT.

Il secondo grosso problema dell’IPCT è comune a tutti gli istituti previdenziali e riguarda il finanziamento delle rendite delle e degli assicurati in regime di primato dei contributi: la volatilità dei mercati e l’aumento della speranza di vita incidono molto su questo fronte. Praticamente ormai quasi tutti i 16’000 assicurati attivi dell’IPCT sono in regime di primato di contributi. Se l’inazione politica su questo fronte continuerà, sarà un vero e proprio massacro sociale. In chiaro se, contrariamente a tanti altri istituti previdenziali (come quello della Città di Lugano), non saranno adottate misure di compensazione, le rendite delle/dei 16’000 assicurati IPCT saranno falcidiate a partire dal 1.1.2024. L’importo della riduzione arriverà entro alcuni anni al 20%. Sottolineo che queste rendite hanno già subito una perdita del 20% nel 2013.

In conclusione, considerando il primo e il secondo problema di finanziamento dell’IPCT, sull’arco di una quindicina di anni (1.1.2013 – 1.1.2028) le rendite IPCT in primato di contributi saranno dimezzate (-50%). Questo accadrà se il Governo e il Parlamento non adotteranno un piano urgente di risanamento dell’IPCT, che comporti un intervento finanziario regolare per i prossimi anni. Le assicurate e gli assicurati IPCT sono impiegati, operai, infermieri, educatori, docenti, poliziotti, agenti di custodia, ecc. e non dei nababbi privilegiati, come dipinto faziosamente più volte da Lorenzo Quadri sul “Mattino”. Per questo il Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari VPOD da anni denuncia l’inazione dei partiti ticinesi di destra e di centro (succubi della destra) di fronte a questo imminente macello sociale.

Raoul Ghisletta, granconsigliere PS e segretario VPOD Ticino

Relatore

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