Primo piano

Ma su quale pianeta vive, avv. Balestra? – di Paolo Camillo Minotti

… Ecco perché voterò Sì il 28 febbraio

Minotti polemizza vivacemente con l’ex Procuratore generale sull’iniziativa UDC “di attuazione”. Ticinolive si rallegra del libero contrasto delle opinioni e della polemica, vitali ed essenziali nel gioco democratico.

“Certi magistrati ed ex magistrati hanno perso, mi pare, il senso della realtà.”

2016

Nel “Corriere” del 9 febbraio e poi di nuovo in quello del 19.2. u.s. l’avv. Bruno Balestra si scagliava senza mezze misure contro l’iniziativa popolare per l’attuazione dell’espulsione dei criminali stranieri. Nel primo articolo, intitolato “L’uso della coscienza rende giusta la legge”, egli faceva una lunga disquisizione (ma sarebbe più appropriato definirlo un sermone), sull’uso della coscienza da parte del giudice ma anche da parte dei cittadini votanti, sulla necessità di applicare in modo differenziato la legge affinché il reo sia trattato con equità, ecc.. Tutte cose in gran parte scontate, ma in parte anche un po’ fuori tema, perché l’iniziativa non chiede affatto che le condanne vere e proprie siano automatiche e che non vengano più commisurate caso per caso a seconda delle circostanze. L’iniziativa UDC chiede unicamente che, in caso di condanna per determinati reati (in specie se vi è recidiva), venga inflitta senza possibilità di deroghe pure la sanzione accessoria dell’espulsione.

Ciò che è urtante nell’articolessa di Balestra è il fatto ch’egli si dilunghi sulla necessità di differenziare il trattamento del reo (per non dar luogo a ingiustizie), ma non spenda una parola a favore delle vittime e della necessità che a queste ultime venga resa giustizia! Ma soprattutto l’ex-p.p. dipinge un “identikit” del reo che non corrisponde alla realtà percepita dai cittadini normali (e non iper-imbevuti di garantismo buonista); egli dà quasi a intendere che il reo sia a priori un poveretto che ha sbagliato per avventatezza o inesperienza.

Questo quadro non è rispondente alla realtà dei fatti: i delinquenti stranieri che l’iniziativa vuole colpire non sono i “casi-bagatella” descritti dalla propaganda contraria (tipo il furto di un attrezzo da giardino dal capanno del vicino di casa….questa è una barzelletta!), ma reati ben più gravi e che mettono a repentaglio una sana convivenza civile: per es. lo spaccio in grandi quantità di stupefacenti, le violenze sulle persone, le effrazioni, le minacce, ecc.. Purtroppo molti giornali non danno soverchio rilievo a questi delitti, ma fortunatamente ve ne sono ancora di liberi e che non si autocensurano in omaggio al “politically correct”. La Weltwoche per esempio già qualche anno fa aveva documentato una serie di reati gravi commessi in specie da richiedenti l’asilo (sia in attesa di decisione, che già accettati, che respinti ma al beneficio del diritto di soggiorno “provvisorio”), ai quali con una scusa o l’altra le Corti penali e talvolta anche il TF – oltre a infliggere una pena in qualche caso risibile – non applicarono la sanzione accessoria dell’espulsione.

È dunque falso affermare, come fanno gli avversari dell’iniziativa, che a chi commette reati gravi l’espulsione viene già ora sempre comminata. Nient’affatto! Per fare un solo esempio: a un trafficante di droga nigeriano, condannato, non venne comminata l’espulsione per non ledere la sua vita familiare (la moglie e i figli vivevano pure in Svizzera, mantenuti a fior di bigliettoni dall’assistenza pubblica), e questo benché il condannato non convivesse più da anni con la moglie e i figli e non si curasse affatto del loro sostentamento! E casi come questo ve ne sono stati parecchi!

Anche i casi di frode sistematica alle assicurazioni sociali sono molto frequenti (anche perché purtroppo gli Uffici preposti talvolta non controllano seriamente); e non si tratta affatto di reati minori da banalizzare. Giustamente l’iniziativa ha inserito anche tale fattispecie nei reati passibili di espulsione obbligatoria. È ora di finirla che il nostro Paese e il nostro Stato sociale si facciano turlupinare da volgari profittatori che pensano di avere trovato da noi il Paese della cuccagna.

L’iniziativa per l’espulsione è solo il primo passo, quello più urgente, al fine di attenuare la deleteria attrattività del nostro Paese e del suo Stato sociale vis-à-vis delle schiere di delinquenti e parassiti di importazione. Il secondo passo dovrebbe essere un “giro di vite” e maggiori controlli da parte delle autorità preposte ai sussidi sociali in questione. Il terzo passo infine un “giro di vite” nella prassi di accoglimento (provvisorio o definitivo) dei richiedenti l’asilo: la Svizzera è diventata la barzelletta del mondo ad esempio con la sua prassi di accoglienza di tutti i richiedenti l’asilo eritrei che siano renitenti alla leva e che si dicano minacciati nel loro Paese; in realtà non lo sono affatto, ma sono semplicemente attratti dalla dabbenaggine esibita dalle nostre autorità, in primis dalla signora Simonetta Sommaruga.

Per concludere: votiamo quindi un convinto Sì e non lasciamoci fuorviare dagli ingannevoli appelli di avvocati, ex giudici federali ed ex procuratori pubblici. Anzi esprimiamo la nostra indignazione per le offensive insinuazioni che essi avanzano sul conto del nostro Paese e della sua democrazia diretta, che vengono paragonati senza vergogna ai peggiori regimi totalitari del Novecento. Affermare che il rinvio in Eritrea dei bellimbusti giovanissimi, venuti da noi per procacciarsi valuta estera, sarebbe paragonabile quasi a spedirli in un campo di concentramento di infausta memoria …o in Corea del Nord (come affermato ripetutamente dalla Sommaruga e dai suoi supporters, compreso Claudio Mesoniat), è offensivo anche per i veri perseguitati di oggi e per la memoria dei veri perseguitati del nazismo e dello stalinismo! E paragonare velatamente l’espulsione per esempio di un trafficante di droga nigeriano alle discriminazioni che avvenivano sotto il Terzo Reich, come subdolamente fa anche l’avv. Balestra (evocando più volte nei suoi articoli il ricordo dei regimi dove non esisteva più una giustizia equa e umana), è fuorviante e intellettualmente disonesto. Certi magistrati ed ex magistrati hanno perso, mi pare, il senso della realtà. Un chiaro sì il prossimo 28 febbraio forse aiuterà a riportarli con i piedi per terra? Speriamolo, pur senza contarci troppo….

Paolo Camillo Minotti
(già granconsigliere UDC)

Relatore

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