Estero

Scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia

Viktor Bout, uno dei trafficanti d’armi di origine russa “più prolifici del mondo”, secondo il l’ex procuratore Eric Holder, è stato condanna nel 2011 da una giuria di New York per quattro capi d’accusa che includevano l’aver cospirato per uccidere cittadini americani dopo aver fornito armi ad Al Qaeda, ai talebani e ai ribelli in Ruanda.

Giovedì è stato liberato, nonostante abbia scontato meno della metà della sua pena detentiva di 25 anni, e scambiato con la star del basket americano Brittney Griner, una delle atlete più famose degli Stati Uniti, due volte medaglia d’oro olimpionica, che si trovava in prigione in Russia dopo essere stata arrestata all’aeroporto di Mosca, pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina, e condannata per droga per aver trasportato olio di cannabis. “La Griner ha dovuto sopportare una situazione inimmaginabile e siamo entusiasti che stia tornando a casa dalla sua famiglia e dai sui amici”, ha dichiarato il commissario dell’NBA Adam Silver.

Bout, che è diventato famoso ai funzionari dell’intelligence americana per essersi guadagnato il soprannome di “mercante di morte” mentre riusciva per anni a sfuggire alla cattura, è un ex tenente colonello sovietico considerato il russo di più alto profilo sotto la custodia degli Stati Uniti e il prigioniero che la Russia ha sempre reclamato con forza.

Le sue imprese hanno ispirato il film “Lord of War”, girato nel 2005 e interpretato da Nicolas Cage.

Il ministero degli Esteri russo ha confermato ai media che la Brittney Griner era stata scambiata con Viktor Bout durante uno scambio segreto avvenuto nell’area dell’aeroporto di Abu Dhabi. È il secondo scambio di questo tipo in otto mesi, dopo la liberazione dell’ex marine texano Trevor Reed, condannato in Russia per aver aggredito un agente di polizia e scambiato con il pilota russo Konstantin Yaroshenko, condannato negli Stati Uniti per traffico di droga.

L’autorizzazione del presidente Biden a rilasciare Bout ha messo in evidenza la pressione che la Casa Bianca ha dovuto affrontare per riportare a casa uno dei più grandi talenti nella storia della WNBA (la lega professionale di pallacanestro femminile), dato che ha creato una forte attenzione pubblica senza precedenti per un singolo caso di detenuto. La sua vicenda infatti, donna di colore dichiaratasi apertamente gay, rinchiusa in un paese in cui le autorità sono ostili alla comunità gay, ha alimentato dinamiche razziali, di genere e sociali.

Ma la Casa Bianca ha pagato un certo prezzo per essersi visto negare il rilascio di un altro prigioniero americano detenuto “ingiustamente”: Paul Whelan, un dirigente della sicurezza aziendale del Michigan, detenuto in Russia con l’accusa di spionaggio dove deve scontare una condanna a 16 anni di carcere.

“Purtroppo, per ragioni del tutto illegittime, la Russia sta trattando il caso di Paul Whelan in modo diverso da quello della Griner. E anche se non siamo ancora riusciti ad ottenere il suo rilascio, non ci arrendiamo. Non ci arrenderemo mai”, ha dichiarato il presidente statunitense Biden.

Lo stesso Whelan ha dichiarato ai microfoni della CNN dalla Russia di non capire perché si trovasse ancora in Russia. “Sono molto deluso che non sia stato fatto di più per ottenere il mio rilascio, soprattutto perché si avvicina il quarto anniversario del mio arresto”, ha detto Whelan. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha dichiarato che le accuse contro Paul Whelan sono una farsa. “Questa non è stata una scelta su quale americano portare a casa, la scelta era uno o nessuno”, ha detto Blinken, aggiungendo, che “vorrei con tutto il cuore che avremmo potuto portare a casa anche Paul sullo stesso aereo di Brittney”.

Gli americani sostengono che il governo degli Stati Uniti deve essere più determinato e dare risposte rapide e dirette quando la Russia cattura americani innocenti. Questo significa per alcuni, prendere in custodia più cittadini russi che violano le leggi e collegarli con il Cremlino.

MK

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